di Barbara Berti
L’arrivo delle lettere di licenziamento si sostituisce con una lotta ancora più incisiva e pungente. Ieri scadeva il termine della procedura di licenziamento collettivo aperta dalla Gkn Driveline Firenze nei confronti dei 422 dipendenti dello stabilimento di Campi. Ma la storica sentenza del tribunale di Firenze di lunedì scorso ha condannato la proprietà all’annullamento di tale procedura, così quelle missive preannunciate con una mail lo scorso 9 luglio per ora non arriveranno. Con la decisione del tribunale, quindi, le tute blu guadagnano tempo.
Nello stabilimento di viale Fratelli Cervi è un susseguirsi di riunioni e assemblee per riorganizzare la lotta. I campi di battaglia sono soprattutto due. Una è la piazza tanto che le Rsu di Gkn chiedono ufficialmente al sindacato più rappresentativo (la Cgil) di proclamare lo sciopero generale o quantomeno a livello toscano vista la situazione anche di Banca Monte dei Paschi. Nell’attesa, comunque, già domani gli operai saranno in piazza. Anzi due: una delegazione andrà a Roma a sostegno della manifestazione dei lavoratori Alitalia e un gruppo di lavoratori sarà a Firenze allo sciopero globale per il clima di ’Fridays for Future’. L’altro terreno di gioco è quello istituzionale. "Sollecitiamo i parlamentari e il governo a farsi carico della nostra proposta contro le delocalizzazioni" dice la Rsu anche alla luce del fatto che il decreto Todde-Orlando sembra in alto mare e che alcuni deputati in queste ultime ore, li stanno contattando per avere informazioni più precise in merito al testo. Si è già esposto il senatore di ’Potere al popolo’ Matteo Mantero, pronto a portare in Parlamento il disegno di legge redatto dagli operai insieme ai giuristi solidali (mentre a livello locale Antonella Bundu, Dmitrij Palagi di Sinistra Progetto Comune e Lorenzo Ballerini di Campi a Sinistra fanno proprio quel testo). Le Rsu chiedono aora che Eugenio Giani si spenda con il premier Mario Draghi "dal momento che il Consiglio regionale ha approvato un atto in merito alla necessità di un intervento normativo da parte del governo per contrastare le delocalizzazioni".
Sul tema si è espresso anche Federico D’Incà, ministro per i Rapporti con il Parlamento. "Credo che i passaggi delle prossime settimane saranno quelli che portano a un processo legislativo, e quindi a un risultato finale che vada incontro alle richieste che il mercato del lavoro e il Paese chiede", ha detto a Sky Tg24. "Il caso ultimo della Gkn - ha proseguito - è un caso limite, penso anche a livello internazionale. Per fortuna, con l’intervento di questa sentenza, si ferma quello che era un licenziamento che chiaramente, per quanto ci riguarda, non troviamo corretto". Così invece Valerio Fabiani, delegato crisi industriali della giunta Giani ha commentato la sentenza del tribunale: "È una vittoria della Fiom Cgil che mette a segno un punto importante, da cui ripartire. Ora ciascuno faccia fino in fondo la propria parte senza perdere tempo prezioso". Alla fabbrica di Capalle intanto si vuol tornare al più presto a lavorare: "abbiamo guadagnato tempo con la sentenza, quindi adesso bisogna accelerare e bisogna farlo tutti insieme" dicono in coro i delegati Rsu.