Il delitto dell’ambulante iraniano. La procura ha chiesto il giudizio. I due brasiliani rischiano l’ergastolo

Udienza preliminare a novembre, ma potrebbe rivelarsi solo una formalità prima della corte d’assise. Per le gravissime accuse a loro contestate gli imputati non possono accedere al rito abbreviato.

Il delitto dell’ambulante iraniano. La procura ha chiesto il giudizio. I due brasiliani rischiano l’ergastolo

Il commerciante Kiomars Safaei Chaikar, 72 anni, ucciso durante una rapina in casa

FIRENZE

Prove tecniche di processo per i fratellastri brasiliani Gilson Guilherme Ponciano Marinho, 25 anni, e Matheus Cristiano Ponciano Mainardo, 20, imputati per l’omicidio del commerciante iraniano Kiomars Safaei Chaikar, 72 anni, avvenuto il 29 novembre 2023 in via De Pinedo, a Novoli. Il prossimo 8 novembre, davanti al gup Francesca Scarlatti, ci sono poche opzioni: l’accusa non dà spazio al loro difensore, l’avvocato Gabriele Terranova, di percorrere riti alternativi. Dunque, o verranno prosciolti, o andranno dritti davanti alla corte d’assise, come richiesta dal pm, Sandro Cutrignelli. Rischiano entrambi l’ergastolo.

La ricostruzione. L’aggressione a scopo di rapina a Kiomars, titolare di un banco di souvenir alla loggia del Porcellino dove gli stessi imputati avevano lavorato, fu "da tempo premeditata" proprio facendo leva sul rapporto con l’iraniano e la conoscenza delle sua abitudini, compresa quella di portarsi dietro i contanti degli incassi. A salire al sesto piano del palazzo di via De Pinedo (dove Kiomars viveva da solo) sarebbe stato Gilson Guillherme, il più anziano dei due. Si sarebbe nascosto sul pianerottolo mentre il fratello pedinava Kiomars faceva da palo. L’"imboscata" riuscì: l’iraniano non si sarebbe accorto della presenza di Ponciano che mentre il commerciante apriva la porta, avrebbe sferrato i primi colpi. Un agguato, secondo la procura, "nei confronti di una persona anziana della quale conosceva sinanche una pregressa patologia cardiaca". E poi botte e ancora botte, alla testa e al corpo.

Le aggravanti. La crudeltà contestata si sarebbe manifestata quando l’imputato avrebbe reso il commerciante "incapace di agire" legandogli i polsi dietro la schiena con un nastro adesivo trasparente e coprendogli la bocca e gli occhi con un altro nastro, nero e cerato. Dopo avergli infilato un sacchetto di tessuto nero sulla testa, il brasiliano avrebbe preso i soldi. L’anziano rimase lì da solo, abbandonato, tramortito, incapace di liberarsi anche per la posizione prona. L’aggressione avvenne nel tardo pomeriggio, mentre la morte viene collocata intorno a mezzanotte.Nelle ore immediatamente successive al delitto comprarono (anche con i soldi rapinati all’iraniano, secondo le indagini) due biglietti per il Brasile. Ma non riuscirono mai a prendere il volo, perché i poliziotti li fermarono all’aeroporto di Bologna, mentre aspettavano di imbarcarsi.

stefano brogioni