Alla Procura di Firenze mancano magistrati e personale amministrativo. Una carenza di organico che crea non poche difficoltà anche per i servizi più essenziali. È la preoccupazione espressa dallo stesso procuratore, Filippo Spiezia, intervenuto in consiglio comunale in un incontro amichevole mirato a rimarcare i buoni rapporti e la collaborazione tra giustizia e politica cittadina. "Il 2024 è stato contrassegnato da una gravissima crisi di organico, superiore a un terzo della sua componente magistratuale, oltre un terzo della componente amministrativa - spiega nel dettaglio -. Ce la stiamo mettendo tutta. Abbiamo resistito e continuiamo a operare nella consapevolezza che dietro ogni fascicolo c’è la storia delle persone". Risorse insufficienti di fronte alle quali il procuratore si dice comunque fiducioso, pur consapevole che serva una progettualità: "Le risorse non saranno di per sé risolutive se non sono inserite in un progetto, in cui ogni attore sia capace di svolgere appieno le proprie funzioni". Ed è qui che entra in campo il Comune. La sindaca ha ovviamente fatto eco alle parole del procuratore sull’importanza di sinergia: "Solo lavorando insieme secondo una visione e logica di squadra - ha detto Sara Funaro - si possono affrontare meglio le tante sfide comuni che abbiamo insieme".
Spiezia, inoltre, non ha perso l’occasione per togliersi qualche sassolino dalla scarpa. "Ho letto nelle settimane scorse notizie prive di fondamento circa la volontà della procura di chiudere una serie di indagini - ha detto - . Non vi è settore nel quale la procura di Firenze è rimasta inerte. Essa non versa in condizioni di incertezze o peggio di sbando come ho letto. Nel 2024 è successo di tutto in questa città, probabilmente volevano saggiare la tenuta del nuovo procuratore".
E a proposito della sua tenuta, è intervenuto anche sulla sentenza del Consiglio di Stato che ha messo in discussione la sua nomina al vertice dell’ufficio, senza a quanto pare minare la sua serenità: "Per il momento resto al mio posto, nella pienezza delle mie funzioni, perché la sentenza non mi è stata ancora notificata - ha concluso - Resto in attesa, rispettoso di ciò che saranno le determinazioni. Svolgerò le mie funzioni obbedendo soltanto alla legge e alla mia coscienza, in spirito di indipendenza assoluta, scevro da ogni forma di condizionamento, da qualsivoglia forma di influenza ad opera di qualsivoglia potere".