FABRIZIO MORVIDUCCI
FABRIZIO MORVIDUCCI
Cronaca

Il distretto moda punta sulla qualità. Test e sicurezza: primo laboratorio

Italian Fashion Enginering si amplia: "Diamo una risposta importante sull’affidabilità degli accessori di lusso" .

Inaugurato ieri il nuovo laboratorio indipendente di Italian Fashion Enginering

Inaugurato ieri il nuovo laboratorio indipendente di Italian Fashion Enginering

Il lusso non basta. Deve essere anche funzionale e resistente, durare nel tempo. Ne sanno qualcosa gli appassionati di vintage, che spesso recuperano capi e accessori iconici che hanno 60 e più anni e sono ancora come nuovi, mentre devono combattere con la ‘consunzione’ dei nuovi che si deteriorano dopo poco tempo. La solidità e la qualità di ogni accessorio deve essere testata accuratamente. Ed è per questo che a Scandicci da ieri c’è un nuovo laboratorio indipendente che opera specificatamente nell’ambiente della moda. In un momento di crisi strutturale del comparto è un segno di controtendenza da non sottovalutare. "Ci hanno detto che eravamo pazzi - ha detto il titolare e fondatore di Italian Fashion Enginering, Aldo Paon – ma la nostra volontà è dare una risposta proprio sul tema dell’affidabilità degli accessori di lusso". Il laboratorio esegue test meccanici, chimici e fisici per assicurare la bontà dei componenti che vanno sulle borse, sui bijoux, gioielli, abbigliamento. "Il nostro know how – ha detto ancora Paon - è legato a materiali come metalli, plastica, legnami. Stiamo studiando per il futuro di ampliare i test anche a pellami e tessuti". Metalleria, plastiche e legni sono componenti. La qualità è importante, come la salute del consumatore. Per questo i test sui materiali vanno effettuati con cura. "Lavoriamo principalmente sull’ossidazione degli accessori – ha detto ancora Aldo Paon – i nostri strumenti sono in grado di valutare la quantità degli spessori galvanici (per esempio le cromature, ndr). Ma abbiamo anche apparecchiature che ci permettono di simulare condizioni climatiche estreme o di altri paesi. C’è una camera climatica che simula il contesto medio orientale, una che crea la nebbia salina, il caldo torrido e il freddo rigido. In questo modo siamo in grado di testare la resistenza degli accessori che poi devono affrontare il mercato globale".

Il laboratorio è in grado anche di effettuare ‘il test Cina’ ovvero sottoporre i materiali a una combinazione gassosa di acido nitrico e solforico, sostanze della cappa di inquinamento che spesso cade sui cieli tra Pechino e Shangai. "I brand si rivolgono a noi – ha concluso Paon – ma anche piccoli produttori, calzaturifici, e produttori di accessori in metallo. Dal grande marchio all’ultima azienda dell’indotto, l’obiettivo non è solo dire che quel determinato pezzo non è adeguato, ma anche come si risolve il problema". Quello di Italian Fashion Engineering è il primo e unico laboratorio indipendente nel distretto fiorentino del lusso.

Fabrizio Morviducci