Lavoro, reddito, competenze, tempo e potere sono solo alcuni degli aspetti che ancora tengono aperto il divario di genere. Lo studio dell’Irpet, l’Istituto regionale di programmazione economica, “I divari di genere in Toscana. Un’analisi strutturale“ si è concentrato su questi e molti altri aspetti delle differenze che a tutt’oggi sono presenti nella società. "Emergono dati che stiamo toccando con mano nel quotidiano - dice Antonio Mazzeo, presidente del consiglio regionale -. Ancora oggi, una donna su due non lavora perché non è possibile conciliare i tempi di vita e quelli professionali, ed è “costretta“ a scegliere tra figli e lavoro. Sto lavorando a un grande progetto che si chiama Toscana 2050. Nell’idea che ho, la cura della famiglia deve essere condivisa fra padre e madre. Immagino una Toscana con gender gap azzerato molto prima".
"Dobbiamo proseguire nell’impegno di costruire quella cultura di parità che a volte ci manca - aggiunge la presidente della commissione regionale per le Pari opportunità, Francesca Basanieri - Le donne purtroppo sono raccontate soprattutto per la cronaca quasi quotidiana delle violenze e dei femminicidi o per le eccellenze, che perlopiù fanno colore. Molto più di rado si racconta delle loro professioni". Alla presentazione è intervenuta anche la direttrice de La Nazione, Agnese Pini: "Il tema del rispetto delle donne attiene alla questione dei diritti umani. In Italia non lavora neppure una donna su due: il 49 per cento, mentre in Europa la media è il 67 per cento. L’Italia è nel G7, ha la seconda manifattura d’Europa. Ci troviamo di fronte a un problema enorme di diritti umani. I media sono intrisi di stereotipi culturali e linguistici, il nostro tessuto sociale è profondamente squilibrato, quando parliamo di donne".
Iacopo Nathan