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Da domani lo spettacolo di Euripides Laskaridis che nasce dalla rielaborazione di vari generi teatrali .
Il simbolo dell’identità fluida si nasconde nell’azzurro della ‘pietra del Paradiso’. Una pietra capace di spalancare le contraddizioni delle nostre esistenze. E sul palco un licantropo che è il simbolo della trasformazione, la dualità e l’ossimoro che caratterizza ogni essere umano. Con ‘Lapis Lazuli’ la Grecia torna al Teatro della Pergola, da domani e fino a sabato, sempre alle 21, con lo spettacolo di Euripides Laskaridis, in un mix di generi teatrali che rappresenta un unicum a livello internazionale.
Protagonista, infatti, è il lupo mannaro, feroce e selvaggio. Inquietante, agli occhi di chi quell’essere lo considera ‘bestia’ e che, per questo, è vulnerabile, fragile, fin troppo sensibile e del tutto sprovveduto. Un animale e allo stesso tempo un uomo temibile, che si districa tra grottesco e commedia, tra orribile e ridicolo, in una grande riflessione introspettiva sul divenire e sul cambiamento, su una realtà che è sempre in evoluzione. Il titolo dell’opera rimanda alla pietra blu che per secoli ha incantato i popoli della Terra, oltre ad avere un comportamento del tutto imprevedibile quando è posto sotto pressione. Per questo, per decenni è stato il simbolo della dicotomia tra la caducità del mondo e l’eternità celeste. Una pièce che prende spunto dal teatro kabuki, ma anche dai film freak, dai musical, dalla re-invenzione degli horror degli anni Trenta in una commedia grottesca che è uno dei più importanti lavori di Laskaridis. L’artista greco, che è anche danzatore e performer, è noto in tutto il mondo per le sue opere che spaziano dall’umorismo alla riflessione profonda. ‘Lapis Lazuli’ è prodotto da Onassis Stegi e Teatro della Pergola, insieme a numerosi altri partner europei.
Lorenzo Ottanelli