
Da sinistra il soprintendente Carlo Fuortes, il direttore Alexander Soddy , e la regista dell’opera Salomè Emma Dante pressphoto
Una passione inestinguibile, se non con la morte. Una vicenda senza tempo, antica e viva quanto l’umanità intera. Un mito in cui la sensualità si fa carne e l’erotismo dilaga. Questa è Salome di Richard Strauss, che inaugura l’87° Festival del Maggio Musicale Fiorentino: un nuovo allestimento che interpreta un incubo che annega nel sangue. Domenica 13 aprile alle 18 il palcoscenico della Sala Grande si apre con l’atto unico tratto dalla tragedia di Oscar Wilde, rappresentato per la prima volta al Teatro dell’Opera di Dresda nel 1905. L’enorme scandalo e il clamoroso successo accrebbero a dismisura la fama e la ricchezza del compositore e direttore d’orchestra bavarese, che con quei proventi poté costruirsi la villa di Garmisch dove morì nel 1949.
"Una vera e propria sfida da mettere in scena – afferma il soprintendente Carlo Fuortes – sotto il profilo sia storico che musicale. Lo dimostra il fatto che in 120 anni di attività del teatro, Salome sia stata allestita solo 5 volte, l’ultima 15 anni fa. Vedremo davvero qualcosa di nuovo. Serve soprattutto un grande direttore, ma siamo davvero in buone mani". Quelle di Alexander Soddy, al suo debutto fiorentino: 41 anni e una luminosa carriera alle spalle. Alla testa dell’Orchestra del Maggio, il giovane direttore inglese si confronta con il suo cavallo di battaglia. "Ho affrontato questo titolo per la prima volta 22 anni fa ad Amburgo come maestro accompagnatore al pianoforte – racconta - dopodiché non l’ho più lasciata. L’ho diretta al mio debutto al Covent Garden e in tutti i più grandi teatri del mondo. Il suo linguaggio seduttivo, la melodia bellissima, l’armonia al confine della tonalità trasmettono una violenza istintiva e selvaggia che non è facile tenere sotto controllo. Servono voci potenti per sovrastare un’orchestra così ricca e sontuosa". La regia è di Emma Dante, anche lei al Maggio per la prima volta.
"Quando ho messo piede nel teatro – spiega - mi è quasi sembrato di trovarmi sopra una vera e propria ‘nave spaziale’ e già questo è stato molto significativo, sia nel lavoro svolto con gli artisti sia per lo spettacolo visivo che è nato in queste settimane. Salome è senz’altro un’opera particolare e complessa, con tratti e aspetti quasi assurdi, che io ho interpretato come l’attraversamento di un autentico delirio: è come se tutti, nel breve tempo della durata dell’opera, entrassimo nella testa e nella visione del profeta Jochanaan e di Salome stessa. L’idea portante di questa produzione è dunque il viaggio attraverso il sogno e l’incubo nella mente di quest’uomo. La musica stessa esprime una dimensione in cui sentimento, desiderio e crudeltà si fondono".
Sulla scena dominano il bianco e il rosso mentre sullo sfondo campeggia la Bocca della verità del parco di Bomarzo. Nel ruolo della protagonista è il soprano Lidia Fridman, subentrata nella compagnia di canto al posto della già annunciata Allison Oakes che per una indisposizione è stata costretta a lasciare la produzione. Il cast vocale schiera le voci di Nikolai Schukoff che veste i panni di Herodes; di Anna Maria Chiuri che è Herodias e di Brian Mulligan che interpreta Jochanaan, mentre Eric Fennell è Narraboth. Altre tre le recite previste in cartellone: il 16 e il 23 aprile alle ore 20 e il 27 aprile alle ore 15:30. La ‘prima’ sarà trasmessa in diretta su Rai Radio3 e in differita televisiva su Rai 5 (ore 21:15).
Chiara Caselli