di Stefano BrogioniFIRENZEEcchimosi sul collo e all’addome. Per la procura, potrebbero essere compatibili con dei maltrattamenti perpetrati da Giampiero Burattini sul padre Sergio, tanto da provocarne la morte, avvenuta nei giorni scorsi nell’abitazione di via Mario Augusto Martini, a Scandicci, in cui l’85enne viveva da solo, dopo la scomparsa, avvenuta nel 2022, della moglie 88enne; decesso, quest’ultimo oggetto anch’esso di un procedimento a carico dell’odierno indagato. Una sinistra coincidenza che ha fatto esplodere questo caso pure dal punto di vista mediatico.
Intanto, ieri, il gip Francesca Scarlatti ha convalidato il fermo dei carabinieri per maltrattamenti aggravati e disposto la custodia cautelare in carcere per Giampiero Burattini, come richiesto dal sostituto procuratore Giacomo Pestelli, titolare di un fascicolo "fotocopia" rispetto a quello che ha visto l’uomo già indagato per lo stesso reato, ma condannato dalla corte d’assise a sei anni e otto mesi per la “nuova“ accusa - riformulata dai giudici al termine del dibattimento - di omicidio preterintenzionale nei confronti della madre.
Oggi, per il tribunale, sussistono il rischio di reiterazione del reato ma soprattutto di fuga: nei giorni scorsi, dopo essersi accorto del decesso del genitore, Burattini, che dopo le indagini sulla morte della mamma aveva sciolto la sua società nel campo dell’elettronica e non ha figli, si sarebbe messo in contatto con la compagna, residente in Romania e con uno zaino pieno di indumenti si era reso irreperibile per un paio di giorni. Al suo ritorno non avrebbe saputo spiegare cosa sarebbe accaduto al padre.
Lunedì sera Sergio Burattini era stato ritrovato in pigiama nel suo letto, privo di vita, con diversi lividi sul corpo, alcuni più “freschi“ di altri. Ieri, davanti al giudice, Burattini ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere. Ma, come ci riferisce il suo legale, l’avvocato Samuel Stampigli, l’indagato ha dichiarato spontaneamente al giudice di essere "estraneo a qualsiasi condotta che abbia causato la morte del padre".
Burattini potrebbe fornire la sua versione più avanti, in un interrogatorio con il pubblico ministero. Strategia difensiva dettata anche dall’attesa del risultato definitivo dell’autopsia, a cui la difesa ha partecipato con un proprio consulente accanto a quello - il medico legale Martina Focardi - nominato dalla procura.
Ma proprio un’anteprima di questo accertamento porterebbe acqua al mulino dell’accusa. I segni presenti sul corpo dell’anziano potrebbero coincidere con l’ipotesi dell’accusa (ma non è l’unica presa in considerazione), cioè che l’anziano possa essere deceduto per un meccanismo di soffocamento. Morte che, per la procura, è maturata all’esito di continui spintoni, strattoni e percosse che avrebbero cagionato all’85enne "ecchimosi e lesioni personali su tutto il corpo e da ultimo provocandone il decesso", e determinato "un insano clima di timore e tensione nel contesto familiare, infliggendo al predetto profonde sofferenze e forti umiliazioni, costringendolo ad un regime di vita penoso e tormentoso, fino al suo decesso".