Calenzano, 20 marzo 2025 – "Quel deposito va tolto da lì, assolutamente". Dopo i nove avvisi di garanzia per l’esplosione e le morti all’impianto Eni di via Erbosa del 9 dicembre scorso, il presidente della Regione Eugenio Giani è lapidario e decisamente esplicito: "Sono molto preoccupato – dice – e credo che dopo le notizie che emergono dalla prima fase delle indagini occorra veramente una riflessione e un chiarimento da parte di Eni. Io, fino ad oggi, ero rimasto in silenzio proprio perché volevo capire cosa sarebbe emerso dalle indagini del procuratore Tescaroli, persona fra l’altro di assoluta competenza e autorevolezza, ma ora credo che una decisione debba essere presa e che, alla luce di quanto sta venendo fuori e che coinvolgerebbe anche dirigenti Eni, proprio Eni debba togliere da Calenzano quel sito e il distributore". Una richiesta netta quella di Giani che deriva anche da un contesto profondamente mutato nel tempo: "Quando l’impianto fu realizzato in quel punto – aggiunge il governatore – erano altri tempi. Quelle erano zone assolutamente periferiche e estranee a complessi abitativi, dopo l’inaugurazione dell’Autostrada del Sole si rimodellavano i trasporti e quindi quel deposito e distributore aveva una funzione strategica nella nuova viabilità che si veniva a creare. Oggi non è più così, quelle sono zone urbanizzate e quell’impianto non può più stare lì. Faremo il tavolo richiesto dal Comune di Calenzano che deve essere chiaramente il primo a dare indicazioni ma, a mio parere, quel deposito ora è incompatibile con il contesto circostante".

Posizione, questa, più volte ribadita anche dal primo cittadino calenzanese Giuseppe Carovani (che ha anche prospettato una riconversione ‘ecologica’ per il sito, come hub delle energie rinnovabili) dal quale non arrivano commenti sull’esito delle indagini della procura di Prato. "Per quanto ci riguarda – dice – l’incertezza legata ai tempi del sequestro ma anche al futuro dell’area rappresenta un problema, anche perché abbiamo tutta una serie di progetti legati agli impianti sportivi nelle vicinanze, penso al project financing per la piscina e altre cose rimaste in sospeso, che sono ferme in virtù di quello che dovrebbe accadere in quel sito perché non è facile andare a investire milioni di euro con questa spada di Damocle sulla testa. Per questo avevamo sollecitato il tavolo di confronto, con Eni e Regione, in modo da poter ripartire con la programmazione di interventi e dal presidente Giani ho ricevuto assicurazione che il tavolo sarà convocato". Quanto al futuro l’unica cosa certa, secondo Carovani, è che il deposito, dopo la tragedia immane del dicembre scorso, non potrà rimanere nelle condizioni attuali: "Siamo perché si svolti – prosegue il sindaco – perchè si faccia un cambiamento, si trovi una diversa destinazione per quell’area. Sono passati tre mesi e mezzo dalla tragedia e mi pare che i cittadini abbiano potuto fare il pieno alle loro auto. Gli equilibri, alla fine, vengono ritrovati. Dato che ci saranno da fare grossi investimenti in un’area di quel tipo, allora, perché non fare degli investimenti che guardano al futuro piuttosto che riattivare una cosa che, in prospettiva, dovrà essere superata come la combustione fossile per la mobilità? Noi ne siamo convinti e certo non è pensabile che senza questo tipo di riconversione l’impianto possa restare".
La richiesta dell’amministrazione calenzanese è comunque quella della chiarezza, possibilmente in tempi non biblici: "Chiediamo – conclude Carovani – che si possa tutti insieme, Regione, Comune e Eni, in un confronto sereno, decidere il nuovo futuro per quell’area, con l’idea di poter dare un contributo alla transizione energetica, all’innovazione del nostro territorio".