DUCCIO MOSCHELLA
Cronaca

Il futuro della Chiesa fiorentina. Iniziato l’iter per il dopo Betori. Bellandi e gli altri possibili eredi

La nunziatura apostolica ha avviato le consultazioni per la nomina del nuovo arcivescovo. Il momento-chiave fra un mese nella Visita Ad Limina. Il profilo che dovrà avere il successore.

Il futuro della Chiesa fiorentina. Iniziato l’iter per il dopo Betori. Bellandi e gli altri possibili eredi

Il futuro della Chiesa fiorentina. Iniziato l’iter per il dopo Betori. Bellandi e gli altri possibili eredi

Manca poco meno di un mese dalla Visita ad Limina, il momento in cui i vescovi toscani incontreranno il Santo Padre nel loro periodico pellegrinaggio alla tomba di San Pietro. Sarà quello uno dei passaggi chiave per capire quanto ancora l’attuale arcivescovo, il cardinale Giuseppe Betori, resterà alla guida della Chiesa fiorentina. Il prelato umbro, che ha preso possesso della diocesi il 26 ottobre 2008, il prossimo 25 febbraio compirà 77 anni, due in più del limite di età canonico previsto per mantenere il timone di una curia.

La procedura per la nomina di un successore è stata avviata con la fine di gennaio. Il destino dell’arcidiocesi di Firenze è quindi nelle mani dei cardinali Emil Paul Tscherrig, nunzio apostolico in Italia, dell’agostiniano, molto amico della comunità di Santo Spirito, Robert Francis Prevost, prefetto del dicastero per i vescovi, Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, e naturalmente di Papa Francesco. Se la situazione non fosse già abbastanza complessa, il rinnovo dell’arcivescovo viene a cadere in piena campagna elettorale per le amministrative, ambito nel quale la componente cattolica è trasversale. Il Santo Padre ha un compito assolutamente non facile, senza dimenticarci che le sue scelte sono spesso imprevedibili.

A tale proposito, i nomi di eventuali successori del cardinale Betori circolano da tempo, ma siamo ancora alle ipotesi, anche fantasiose. Da un paio di anni a questa parte sono stati fatti molti nomi, alcuni peraltro ripetuti più di recente come quello dell’attuale abate di San Miniato al Monte, dom Bernardo Gianni, e del vescovo di Fiesole, monsignor Stefano Manetti, già rettore del Seminario di Cestello. Ma il campo, che inizia a delinearsi, è destinato ad allargarsi ad altri profili. Il nuovo pastore, secondo le aspettative, dovrà avere un’età compresa fra i 50 e i 65 anni, un’esperienza notevole anche amministrativa, oltreché, nel caso di Firenze, una competenza specifica sui beni culturali. Le consultazioni della nunziatura apostolica, che danno il via alla nomina del nuovo arcivescovo, sono iniziate da un paio di settimane e qualcosa si sta muovendo. In forza del profilo sopra indicato prendono consistenza altre figure di grande esperienza, pronte per sedere sulla cattedra di San Zanobi. Stiamo parlando, non necessariamente in quest’ordine, di monignor Saverio Cannistrà, 63 anni, teologo carmelitano docente alla facoltà teologica fiorentina, di monsignor Santo Marcianò, 63 anni, calabrese, ordinario militare nominato dall’attuale Pontefice, di monsignor Andrea Bellandi, fiorentino, 63 anni, arcivescovo di Salerno, già vicario generale di Betori, di monsignor Erio Castellucci, 63 anni, arcivescovo di Modena-Nonantola, vicepresidente della Cei, e di monsignor Claudio Giuliodori, 66 anni appena compiuti, assistente ecclesiastico dell’Azione Cattolica. Quest’ultimo, in particolare, è stato fin dal 2000 in Cei uno dei più stretti collaboratori di Betori, che ne ha concelebrato l’investitura episcopale.

Se la scelta dovesse essere annunciata nella prossima primavera, come ci si attende, il passaggio del pastorale dovrebbe avvenire dopo l’estate o comunque dopo l’appuntamento elettorale dell’8 e 9 giugno, per non far cadere sui vescovi italiani sospetti di ingerenze, a meno che l’eletto non sia già stato ordinato vescovo e potrebbe prendere possesso della diocesi anche prima. Da non sottovalutare anche che in Toscana, compiranno 75 anni nel 2024 anche l’arcivescovo di Pisa, monsignor Giovanni Paolo Benotto, a settembre, e monsignor Giovanni Roncari, vescovo di Grosseto, in agosto, e quindi ci sono da nominare altri due sostituti.

In più, per il cardinale Augusto Paolo Lojudice, romano, 59 anni, arcivescovo di Siena, si era parlato di un rientro nella Capitale o comunque in altra sede. Perché non Firenze e magari alla guida della Cet? Più difficile a ora ipotizzare accorpamenti fra diocesi,operazione che ha già toccato anche la Toscana, il che farebbe salire di molto le quotazioni di monsignor Manetti, da Fiesole a Firenze in unione episcopi. Possibile, ma non probabile, anche se il prelato fiorentino è molto stimato in Cei, dove presiede l’importante Commissione per il clero e la vita consacrata.