Il futuro della Pergola . Fissato il cda verità al 30 ottobre. Ma prima una verifica alle spese

Mossa a sorpresa della sindaca Funaro, presidente della Fondazione Teatri: Giorgetti sempre più in bilico. Sul tavolo dei soci il milione mancante per il 2024 e la programmazione per il prossimo triennio .

Il futuro della Pergola . Fissato il cda verità al 30 ottobre. Ma prima una verifica alle spese

Sul tavolo del prossimo cda ci sarà anche la programmazione del triennio 2025-27 da cui dipende lo status di Teatro Nazionale

di Francesco Ingardia

Habemus data. Le "problematiche intense" che insistono sulla Fondazione Teatro della Toscana, lamentate a più riprese dal direttore generale Marco Giorgetti, stanno per essere messe sul tavolo del consiglio di amministrazione: Sara Funaro, che presiede il cda in quanto sindaca di Firenze, ha fissato la data di convocazione al 30 ottobre. Rispettando l’anticipazione che a inizio mese aveva fornito il suo assessore alla cultura Giovanni Bettarini.

Per evidenti ragioni, l’appuntamento del 30 che riunisce i soci (Regione, Ministero della Cultura, Città Metropolitana di Firenze, Fondazione Peccioli per l’Arte) assume i contorni di un momento verità. Una sorta di crocevia sulle linee strategiche da adottare per chiudere con solidità gli impegni del triennio 2022-24. La partita è in corso, i piani di gioco sono duplici e intrecciati a doppio filo l’uno con l’altro. Economico-finanziari e politici, al netto della programmazione dell’offerta culturale.

A tenere banco sarà quel milione ballerino che garantirebbe sopravvivenza e armonia al sistema Teatri (Pergola, Rifredi, Era di Pontedera, Oltrarno), di cui tanto il Dg si fa promotore per assicurare "il perfetto funzionamento della macchina".

Giorgetti è reduce da una settimana di incontri e audizioni a Palazzo Vecchio in commissione controllo e cultura in sede congiunta. Nella quale ha ribadito un concetto di fondo: "Non si poteva spendere meno per quanto riguarda le produzioni. Questo perché io devo fare, nelle attività, almeno due milioni di euro di disavanzo", in forza di una sorta di ’vincolo esterno’ imposto dal Mic se la missione di fondo è blindare lo status di Teatro Nazionale (il più elevato), attraverso il soddisfacimento di criteri "quantitativi e qualitativi". In quella sede, Giorgetti non si è risparmiato nel ricordare le fondamenta della base contributiva con cui ’reggere la baracca’: 2 milioni dal ministero, 2 dalla Regione, 1,6 dal Comune, 1 da Cr Firenze, 800mila euro da Città Metropolitana e 170mila euro da Pontedera.

L’audizione si era chiusa con un pressing forsennato di Giorgetti, che demandava la convocazione del cda "perché ora è il tempo delle scelte di programmazione", rispetto anche al nuovo triennio 2025-27. Che, guai a dare per scontato il passaggio, va pur sempre sottoposto al vaglio del Mic per l’approvazione. In base alle quali dipenderanno le sorti, a cascata, di Rifredi ed Era, al momento "opzioni accendibili". Funaro ha risposto, fissando il cda, e muovendosi da giorni dalle retrovie.

Qui sta il nodo politico. Il rapporto tra la sindaca e il Dg è tutt’altro che sereno. Specie dopo l’intervista a Rep di Giorgetti. Che pubblicamente ha riferito di avere rapporti con Palazzo Vecchio tramite l’assessore Bettarini, e non la sindaca.

Funaro ha l’esigenza di vederci chiaro sui conti. Al punto, dicono i rumors, da voler prevedere un passaggio propedeutico proprio di verifiche contabili valide come timbro (o meno) rispetto all’operato di Giorgetti. Il quale, dicono i più maligni, è sempre più sulla graticola. Certo, prima di aprire il capitolo toto-successori, ci sarebbe da risolvere la questione legata al contratto in essere con scadenza al 2027. E il nodo liquidazione, naturalmente.