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Il giallo di Kata. Il fratellino dai pm: colloquio top secret in un’aula protetta

Il bambino è stato uno degli ultimi a parlare con la piccola. La mamma Katherine: "Più di una persona sa cos’è successo". .

Il giallo di Kata. Il fratellino dai pm: colloquio top secret in un’aula protetta

di Stefano Brogioni

FIRENZE

"Più di una persona sa cos’è successo". La mamma di Kata continua a sperare. Ma anche a penssare che qualcuno abbia visto e taccia. Gli occhi sono sempre aperti su sabato 10 giugno dell’anno scorso, ma le bocche restano cucite, dentro l’ex hotel Astor occupato. Di omertà ha parlato anche il procuratore Filippo Spiezia, che davanti alle telecamere ha lanciato un vero e proprio appello.

Nel frattempo, ieri mattina la procura ha proseguito il giro di interrogatori. La mamma di Kata ha accompagnato in un’aula protetta L., il fratello maggiore della piccola scomparsa. "Non posso dire che cosa gli hanno chiesto", ha riferito la donna all’uscita dal tribunale.

Però L. è stato uno degli ultimi a vedere la sorella, in quel sabato che, dodici mesi dopo, è ancora oggi avvolto nella nebbia. La telecamera di via Maragliano che dà su via Boccherini aveva ripreso i due fratellini mentre uscivano dal cancello dell’ex albergo per andare a giocare a calcio in compagnia di altri bambini.

Le immagini avevano poi immortalato Kata che faceva improvvisamente dietrofront rientrando da sola nella struttura occupata abusivamente, dove viveva con i familiari e decine di famiglie di disperati stranieri e senza fissa dimora. Infine, un’altra telecamera l’aveva ripresa mentre saliva sulla scala antincendio fino al terzo piano e poi scendeva.

Al fratellino è stato chiesto cosa si siano detti in quell’attimo in cui Kata, forse un po’ contrariata, viene invitata dai bambini più grandi a non seguirli al campo di calcetto?

O forse L., potrebbe aver recepito qualche racconto di altri bambini? Nei primissimi giorni dell’indagine, erano stati proprio i più piccoli dell’albergo occupato a parlare del "lupo" che avrebbe portato via Kata, o di un uomo con i palloncini che avrebbe attratto l’attenzione.

Verità o leggenda? Sempre ascoltando i racconti dei genitori degli occupanti, è emersa anche la figura di un uomo che avrebbe offerto caramelle. Il problema, comunque, è che neanche gli inquirenti hanno la piena conoscenza di chi davvero si trovasse in quell’immobile.

" C’erano tante persone cattive e non si sa cosa le abbiano fatto - dice ancora la mamma, Katherine -. Faccio appello ad aiutarmi a condividere locandine e chi sa parli. Più di una persona sa cosa successo. C’erano delle persone quando è sparita mia figlia. Il nuovo video? La novità è che mi figlia non entra nel primo piano ma al piano terra. Entra nel corridoio. Poi scendono due uomini che fanno lo stesso percorso. Non posso escludere che loro due siano coinvolti. Sono stati sentiti? Non lo so ma spero di sì. Uno di loro lo conoscevo l’altro no. Erano rumeni".

La “pista rumena“ sembra la traccia del momento. Sono giorni caldi dell’inchiesta, forse gli ultimi botti della procura prima di arrendersi a un’evidenza troppo amara per essere digerita.

Così dura da fronteggiare che è in programma perfino un ritorno nell’ex hotel, oggi dissequestrato e in mano all’istituto vendite giudiziarie per le disgrazie della proprietà.

Forse gli inquirenti vogliono concentrarsi su una stanza. La 104. Una camera non abitata che affaccia proprio su quel corridoio imboccato da Kata.