ILARIA BIANCALANI
Cronaca

Il “Khachapuri” da record è in Borgo La Croce a Firenze

E' la versione extralarge di uno dei piatti della cucina caucasica. Lo ha realizzato il ristorante Ararat

Il khachapuri da record di Ararat

Firenze, 6 marzo 2019 - È un Khachapuri da record, quello realizzato dal ristorante Ararat – l’unico locale toscano dedito alla cucina caucasica – in Borgo La Croce, a Firenze. Una versione “extralarge” della focaccia ripiena, uno dei più tradizionali piatti della gastronomia georgiana, è stata preparata per il lancio della stagione 2019 del locale etnico, che si presenta alla piazza fiorentina con una nuova gestione e un menù fortemente incentrato sulla cucina caucasica. Ararat rappresenta uno dei pochissimi ristoranti in Italia (ce ne sono quattro/cinque in tutto lo Stivale) dove è possibile immergersi nella gastronomia e nella cultura armena e georgiana, peraltro all’interno di quella che in passato fu una chiesa, di cui sono ancora visibili il transetto e la croce, presumibilmente di epoca Medievale. Come antipasto, ad esempio, c’è il Pkhali formato da salsa di noci e aglio abbinata di volta in volta con verdure come fagioli, barbabietole o carote, nonché accompagnato dal melograno che è uno dei simboli del popolo caucasico. Immancabile, poi, il piatto nazionale georgiano, i Khinkali, involtini di pasta ripiena di diversi tipi di carne trita e spezie: vanno mangiati rigorosamente con le mani, perché utilizzando le posate si perde il succo interno che è l'ingrediente più caratteristico del piatto. Ogni menu caucasico non può prescindere poi da spiedini di manzo o pollo e dai tipici Tolma, involtini di carne avvolti nella foglia di vite. In abbinamento, vini – incluso quello al melograno – e distillati georgiani. Proprio in Georgia affonda le sue radici l'antico metodo (risalante al VI millennio a.C.) di vinificazione e affinamento nelle anfore di terracotta che qui sono interrate in tunnel lunghissimi, visitati da centinaia di migliaia di turisti provenienti da tutto il mondo. A ben vedere quindi, Ararat rappresenta una sorta di ambasciata armena e georgiana in Italia, dopo un recente cambio di gestione che ha portato a un ampliamento del menù e a un tocco più giovane e decisamente più smart, sia in sala, sia in cucina: “Abbiamo voluto introdurre a Firenze i piatti più noti della cucina caucasica – spiega la giovane titolare di Ararat, Amaliya, venuta in Italia otto anni fa per studiare marketing – perché riteniamo che la nostra cultura si racconti anche attraverso il cibo e l’ospitalità. I nostri piatti sono espressione delle tradizioni caucasiche, e crediamo che questo tipo di ristorazione possa incontrare l’interesse, oltre che la curiosità, dei fiorentini e dei toscani”.