MONICA PIERACCINI
Cronaca

Il lavoro instabile fa paura alla Uil: "Otto contratti su 10 sono precari"

Allarme del segretario Bombardieri a Firenze: "Abolire i contratti a tempo determinato, come in Spagna"

Il lavoro instabile fa paura alla Uil: "Otto contratti su 10 sono precari"

Il lavoro instabile fa paura alla Uil: "Otto contratti su 10 sono precari"

Lavoratori precari, in nero, invisibili: fantasmi. Facciamoli tornare persone. Questo si legge su uno dei cartonati allestiti in occasione della terza festa nazionale della Uil, che si è aperta ieri a Firenze. E il lavoro precario tocca anche la Toscana. Il lavoro "povero" nella nostra regione rappresenta il 40% sul totale ed è concentrato soprattutto negli appalti, nei servizi e nel turismo stagionale. "Sono tutti lavoratori che guadagnano mille, massimo 1.200 euro netti al mese. Si tratta di stipendi del tutto insufficienti per vivere in Toscana e, soprattutto, a Firenze", ha commentato Paolo Fantappiè, segretario generale della Uil Toscana, ricordando che nella regione ci sono circa 192mila lavoratori che guadagnano meno di mille euro netti al mese e 650.000 che arrivano al massimo a 1.200 mensili. E non solo: 8 contratti su 10 attivati nel 2023 sono a termine, "ma i contratti a tempo determinato vanno aboliti, come in Spagna", ha detto il segretario nazionale Pierpaolo Bombardieri.

Tutto ciò in un contesto di crisi per i settori della moda, della pelletteria e del cuoio, e in una fase di calo dell’occupazione. "Siamo preoccupati – ha aggiunto Fantappiè – perché non si vede sul nostro territorio nemmeno il lavoro di qualità che dovrebbe emergere dalle nuove tecnologie. Le statistiche ci dicono che la Toscana risulta la terzultima regione in Italia per numero di startup". Durante la prima giornata della festa nazionale della Uil si è parlato anche di sicurezza sul lavoro. Prima dell’inizio del panel sul lavoro povero, Emma Marrazzo, la madre di Luana D’Orazio, la 22enne morta tre anni fa a Montemurlo, stritolata dal macchinario in cui stava lavorando in un’azienda tessile, ha avuto una conversazione privata con Bombardieri. "Devo dire che sulla sicurezza non vediamo grandi passi in avanti", ha poi affermato il leader della Uil ai giornalisti. "Con grande rammarico, devo dire a questa mamma coraggio che i dati ci dicono che la stragrande maggioranza dei processi finisce in prescrizione. Abbiamo analizzato i dati: uccide più il lavoro che la mafia".

"Abbiamo chiesto a questa maggioranza di occuparsi di questo tema, ma soprattutto di occuparsi delle persone che rimangono sole. La storia della mamma di Luana è la storia di tante famiglie che vengono abbandonate. Noi parliamo di prevenzione, di ispettori, di ispezioni, ma non parliamo mai di quello che avviene dopo: e il dopo è il dramma, è il nulla, perché chi perde un familiare viene lasciato da solo". Per questo, ha concluso il segretario della Uil, ritornando sull’invito che la mamma di Luana ha fatto al ministro del Lavoro Calderone di andare a casa sua, sollevando polemiche, "era l’invito allo Stato, che io condivido, di stare vicino a chi ha subìto una tragedia di questo tipo". La festa della Uil si conclude oggi. Alle 18 si parlerà di reti e infrastrutture con, tra gli altri, l’assessore regionale Stefano Baccelli e il presidente di At Gianni Bechelli.