COSIMO CECCUTI
Cronaca

Il legame tra l’ateneo e la nostra città

Nonostante la fase di delicata transizione attraversata dall’intero mondo universitario, l’Ateneo fiorentino si presenta ben preparato ad affrontare l’evoluzione e...

Nonostante la fase di delicata transizione attraversata dall’intero mondo universitario, l’Ateneo fiorentino si presenta ben preparato ad affrontare l’evoluzione e il cambiamento. Lo ha confermato la Rettrice Alessandra Petrucci nel discorso di apertura dell’anno accademico dedicato ai 250 anni della Specola, il museo di storia naturale dell’Università. L’inaugurazione segue le numerose iniziative realizzate nel centenario dell’Ateneo, che hanno dimostrato il forte legame con la città, le istituzioni e le associazioni culturali, nonché l’interesse del pubblico. Certo le sfide del nostro tempo, quali "declino demografico, scarsità di risposte, rapida obsolescenza dei saperi che minano la sopravvivenza del sistema universitario" si fanno ovunque sentire, ma non mancano risposte positive, dimostrate da dati e fatti concreti: il reperimento di nuovi spazi per le aule dal Meccanotessile all’ampliamento dell’area di Careggi e all’insediamento della Scuola di Agraria al Campus di Sesto Fiorentino; l’aumento del 1% delle immatricolazioni per i corsi di laurea triennale, con l’incremento della presenza femminile: per quanto si faccia sentire l’alto costo degli alloggi. Per chi viene da fuori, specie dal Sud, è assai costoso trattenersi a Firenze cinque anni per la difficoltà abitativa: numerosi studenti sono "costretti" a scegliere fra frequentare il triennio o il biennio specialistico. Nondimeno i dati confermano lo stato di salute e la capacità attrattiva del nostro Ateneo, il cui bacino di utenza non è solo cittadino, bensì regionale e nazionale. Fra le criticità, la scarsità delle risorse riveste un ruolo prioritario. Se è vero, come si afferma in sede ministeriale, che l’UniFi ha avuto nel 2024 come Fondo di finanziamento ordinario un aumento del 13,21% rispetto al 2019, è pur vero che la dotazione del 2024 è stata di 17 milioni in meno rispetto al 2023. E i "tagli" colpiscono soprattutto i giovani, gli assegni di ricerca, la formazione della futura classe docente. Resta, in generale, un grave problema di fondo: i tanti laureati che vanno a lavorare all’estero, alcuni, pochi, rientrano. Il gup resta notevole, al pari della possibilità per le aziende di trovare personale qualificato. È questa è la sfida più difficile da vincere per il nostro Paese.