di Lisa Ciardi
Nell’ora esatta in cui, una settimana prima, la Piana fiorentina era stata squarciata da un boato, hanno osservato un minuto di silenzio. Il sindaco di Calenzano (foto) e gli assessori della sua giunta si sono presentati ieri al deposito Eni, per commemorare chi qui ha perso la vita, in quell’ondata di fragore e fuoco. "Ci sembrava giusto, a una settimana di distanza dall’esplosione, rendere ancora omaggio alle vittime – ha detto il primo cittadino Giuseppe Carovani ai giornalisti che attendevano gli esiti del sopralluogo tecnico previsto proprio ieri mattina -. È questo il motivo che ci ha spinto, come amministrazione, a essere presenti. E approfittiamo di questa occasione, visto il sopralluogo in atto, per metterci ulteriormente a disposizione. Stamani (ieri ndr) mi ha contattato uno dei familiari delle vittime che intende riportare in Basilicata il proprio caro".
Sindaco e assessori hanno quindi varcato la soglia dello stabilimento, per poi uscire pochi minuti dopo. "Vogliamo rivedere la collocazione del deposito – ha detto ancora, ribadendo un punto già toccato in questi giorni -. È evidente che siti del genere non sono compatibili con questa zona, ci sono 220 imprese intorno, non ci sono le condizioni. Il piano di emergenza inserito nel nostro piano della protezione civile prevede un massimo raggio di 200 metri di danni, invece si sono verificati molto oltre, superando la distanza di 1 km. Qualcosa sicuramente è stato sottovalutato. C’erano evidenze di un rischio incendio, certo, ma non pensavamo di vivere vicino a una bomba. Un aspetto che inquieta noi e le imprese della zona: poniamo il tema per una soluzione diversa".
Ma quale potrebbe essere il futuro del polo di Calenzano? Cosa farne? Spostarlo in un’altra area sempre nel territorio comunale? Ricollocarlo altrove? O ripensarne l’utilizzo? Anche su questo il primo cittadino ha avanzato una proposta. "A Calenzano non ci sono spazi vuoti – ha detto – se non quelli prettamente collinari. Invece il sito potrebbe diventare un hub delle rinnovabili: Eni è protagonista in questo campo e anche la Regione sta portando avanti un percorso. Si potrebbe puntare a una riconversione: i 17 ettari possono essere una centrale fotovoltaica da 14 megawatt". Infine, la questione del piano di emergenza esterno.
"L’ultimo aggiornamento risale al 2021 – ha dichiarato Carovani - poi c’era un aggiornamento in corso. Da quello che so, Eni lo aveva già proposto ed era in corso di valutazione. Eni ha ogni 3 anni l’obbligo di presentare l’aggiornamento del piano. È l’ente proponente, mentre la prefettura lo coordina e fa riferimento a una serie di professionalità.
L’amministrazione comunale recepisce nel proprio piano di protezione civile il piano validato a livello di prefettura". Infine, sull’ipotesi di costituirsi parte civile deciderà il Consiglio comunale di Calenzano il prossimo 23 dicembre. Intanto già domani potrebbero iniziare le operazioni di trasporto nelle loro città natali delle salme dei due operaioriginari della Basilicata morti nell’esplosione.