Firenze, 19 febbraio 2024 – Ventidue metri di lunghezza in prefabbricato di cemento trasportati al cantiere di via Mariti circa tre settimane fa e montati dagli operai quindici giorni fa. È l’identikit della trave prodotta dalla Rdb Italprefabbricati, colosso della prefabbricazione industriale e commerciale sede e stabilimenti a Piacenza, Teramo e Caserta. La trave che ha ceduto al centro dell’attenzione degli inquirenti sarebbe partita da Piacenza insieme ad un’altra della stessa lunghezza e, tramite un trasporto eccezionale lungo l’A1, arrivata con altre al cantiere nell’ex panificio fra Novoli e Rifredi.
La filiera dei prefabbricati in cemento infatti prevede che i pezzi vengano realizzati separatamente e poi montati in loco dagli operai delle imprese, trasformando così il cantiere in una vera e propria officina di montaggio, accelerando così i tempi di realizzazione.
L’azienda di Piacenza è un leader in questo settore, nel suo portfolio infatti conta la realizzazione di prefabbricati per stabilimenti Ikea e anche alcuni poli logistici Bartolini e Conad e l’interporto d’Abruzzo. L’attenzione degli inquirenti in questo momento sta ruotando a 360 gradi intorno a ogni ipotesi all’origine del disastro e al momento nessuna viene esclusa.
Oltre all’errore umano nell’assemblaggio o a quello di calcolo nella progettazione, stanno venendo messe in campo verifiche anche per escludere che il cedimento della trave sia stato originato da un problema di natura strutturale. Per questo alcuni segmenti delle altre travi e dei materiali di costruzione impiegati nel cantiere verranno probabilmente asportate per essere analizzate in futuro, non appena il corpo dell’ultimo operaio disperso sotto le macerie sarà riportato alla luce.
Claudio Capanni