Il Maggio celebra le voci bianche. Parte il primo festival in Italia

I cori dei principali teatri d’opera si esibiranno in città. Debutto domani con il San Carlo di Napoli

Il Maggio celebra le voci bianche. Parte il primo festival in Italia

Una produzione di Boheme in una immagine d’archivio. Nel fine settimana parte il festival dedicato ai cori di voci bianche dei principali teatri d’opera

"Tutta qui la cantoria!". Per la prima volta in Italia i cori di voci bianche dei principali teatri d’opera si riuniscono al Teatro del Maggio Fiorentino per dar vita al nuovo festival a loro dedicato. Il titolo è un richiamo alla Tosca pucciniana, quando, alla fine del primo atto, il sagrestano chiama a raccolta i bambini prima del Te Deum. La manifestazione, promossa dall’Accademia del Maggio, è il frutto di un progetto ideato dal direttore generale Luca Ioseffini e dal maestro Gianni Tangucci, che nel marzo scorso ha passato il testimone a Matteo Pais, nuovo direttore artistico.

"Il festival – spiega Pais – si articola in tre serate, ognuna delle quali vede la partecipazione di tre cori. Sabato (domani, ndr) e domenica alle 16.30 la Sala grande del Teatro accoglierà prima i cori del San Carlo di Napoli e del Regio di Torino, poi quelli del Comunale di Bologna e dell’Accademia del Teatro alla Scala. Il 5 ottobre, in Sala Mehta, sarà la volta del Coro del Carlo Felice di Genova e del Teatro dell’Opera di Roma. Ogni compagine presenterà un suo repertorio, da Purcell a Mozart, da Rossini a Verdi, e poi Donizetti, Bernstein, fino ad arrivare alla musica popolare contemporanea". Nella parte finale di ogni concerto ai cori ospiti si unirà, sotto la direzione di Sara Matteucci, "quello della nostra Accademia nell’esecuzione di un brano composto per l’occasione da Mauro Zuccante ed ispirato a Puccini nell’anno del centenario della morte" spiega ancora Pais che poi aggiunge: "Così riusciamo a dare spazio alla nuova musica e ad unire tutte le forze in campo. Non posso non ringraziare il Sovrintendente Carlo Fuortes e il Teatro del Maggio per il loro supporto".

Quanti sono i bambini in tutto? Sono circa seicento. Uno sforzo non da poco. Ogni coro si presenta con le proprie caratteristiche e poi si unisce agli altri. Ma quel che più conta è l’esperienza che fanno i ragazzi nel conoscersi, frequentarsi, mangiare insieme. Un’esperienza di convivialità molto importante anche per gli stessi maestri del coro che trovano a Firenze un’occasione unica per confrontarsi e dare vita a qualcosa di nuovo. Per quanto riguarda le selezioni, all’interno dell’Accademia c’è una scuola di canto corale che svolge un’attività propedeutica impostando la voce, sviluppando l’orecchio, alla quale ogni aspirante cantore può accedere attraverso un bando pubblico. Poi attraverso una procedura molto selettiva si scelgono i bambini che comporranno il coro di voci bianche, che partecipa alle produzioni in cartellone. In sostanza, i bambini salgono sul palcoscenico a fianco di artisti importanti: un impegno notevole ma sicuramente un’esperienza unica e fondamentale nella vita di un individuo. Ci si confronta da piccoli con capolavori destinati agli adulti secondo un meccanismo veramente professionale nei modi, negli orari, nella disciplina".

"Si concretizza adesso – aggiunge Mario Curia, editore, imprenditore e da sei anni presidente dell’Accademia – un progetto nato più di un anno fa, che si è rivelato molto impegnativo e ha richiesto un enorme ma efficace dispendio di energie. Riuscire a far collaborare sette teatri tra i più importanti d’Italia non è banale. Spero che questa iniziativa duri nel tempo: permette di creare sinergie, di fare squadra. Un sistema che produrrà effetti tangibili anche sotto il profilo economico. Il Festival vede il contributo del Ministero della Cultura, di Siae, della Regione Toscana, della Confederazione Italiana Associazioni e Fondazioni per la Musica Lirica e Sinfonica, con il patrocinio di Agis e Anfols e come sponsor unico, Unicoop Firenze. Ne sono veramente orgoglioso".

Chiara Caselli