Il mistero delle valigie scomparse. L’indagata: "Kata in cortile con Lidia"

Uno dei bagagli ricomparirà solo il 17, in occasione dello sgombero. Lunedì l’incarico per l’esame del dna

di Pietro Mecarozzi

Una donna peruviana con un trolley e un uomo rumeno con un borsone, abbastanza grandi da poter contenere la piccola Kata, il 10 giugno scorso sono usciti – alle ore 17 e alle ore 19:20 – dai cancelli dell’ex hotel Astor. Solo l’uomo, però, ha fatto ritorno la sera stessa, mentre la donna con il trolley non si è più rivista. Un secondo trolley, invece, compare alle videocamere soltalto il 17 giugno, il giorno dello sgombero, quando tutte e tre le valige saranno sequestrate dalle forze dell’ordine. Tutti e tre i proprietari dei bagagli – insieme agli zii di Kata, Abel e Marlon – sono iscritti nel registro degli indagati per sequestro di persona. Cosa contenevano quelle valige? Dove sono stati portate in quel lasso di tempo? A queste domande cercano delle risposte i pm Firenze, che stanno passando al vaglio l’infinità di frame catturati dalle videocamere della zona, per cercare di capire gli orari precisi ma anche la direzione che quelle valige e i loro proprietari possono aver preso una volta usciti dall’Astor. Una ricostruzione che si mischia alle tracce di sangue ritrovate nelle stanze appartenenti ai familiari della bambina, ai buchi nelle ricostruzioni di quel pomeriggio di sabato 10 giugno, e all’omertà che continua ad aggiogare la comunità peruviana.

I nomi dei cinque indagati, tuttavia, non sono gli unici presenti sul tavolo degli inquirenti. C’è una lista di soggetti, infatti, finiti nel mirino della procura anche grazie alle segnalazioni che i genitori di Kata hanno fatto ai pm. Attenzionata rimane anche la posizione di Lidia, la donna di origini romene considerata tra i gestori del racket delle stanza, che una delle indagate, durante un’intervista, ha collocato nel cortile accanto a Kata negli attimi prima della sparizione della bambina. La stessa mamma Katherine ha ribadito ieri che Lidia potrebbe essere coinvolta. "A lei e a tutti gli altri mi rivolgo: chi sa qualcosa lo dica", ha detto. Chi ha preso la bimba è entrato in azione tra le 15.13 e le 16.45 e la nuova svolta nelle indagini fa pensare che a Kata sia successo qualcosa nei suoi ultimi attimi dentro l’Astor. Perché già dal sopralluogo dei carabinieri del giorno successivo alla denuncia, dai rubinetti di tre stanze (la 104, la 201 e la 203), alloggi dei genitori Kata e dei suoi parenti, sono state isolate dalla scientifica tracce di una sostanza, forse sangue. Lunedì prossimo, il pm della Dda Christine Von Borries, titolare del fascicolo con Giuseppe Ledda e l’Aggiunto Luca Tescaroli, affiderà al genetista Ugo Ricci l’incarico di cercare il dna di Kata in quella sostanza presente nei lavandini e nelle tre valigie.

Restano invece ancora da definire i rapporti della famiglia della bambina con i tre indagati: Alberto Dinu Sorin, 29enne romeno, Rosmery Puillco Oquendo, 31enne peruviana, Sharllin Jhilary Huaman Oquendo, 26enne peruviana. Rosmery abitava nella stanza accanto a quella della mamma di Kata, ma, come gli altri, anche lei giura di essere estranea alla sparizione della piccola.