Il mistero dell’ex hotel Astor. Test del Dna sul peluche di Kata. I due zii convocati in procura

I pm hanno incaricato il genetista Ricci per esami biologici sull’orsetto di stoffa della piccola e su straccio e secchio trovati in una stanza. La mamma intanto prepara il ritorno nell’albergo.

Il mistero dell’ex hotel Astor. Test del Dna sul peluche di Kata. I due zii convocati in procura

I pm hanno incaricato il genetista Ricci per esami biologici sull’orsetto di stoffa della piccola e su straccio e secchio trovati in una stanza. La mamma intanto prepara il ritorno nell’albergo.

di Pietro Mecarozzi

Un peluche, un straccio per pavimenti e il suo secchio. Tre nuovi elementi entrano con forza al centro del mistero della piccola Kata, scomparsa dall’ex hotel Astor lo scorso 10 giugno 2023. La procura di Firenze ha incaricato il genetista Ugo Ricci per procedere con nuovi accertamenti e analizzare le tracce biologiche presenti sui tre oggetti e compararle il Dna dei due zii della bambina scomparsa, Argenis Abel Alvarez Vasquez e Marlon Chicclo. Entrambi sono stati convocati in procura per domani, entrambi sono indagati per sequestro di persona.

Torna quindi in scena anche Ricci, che all’inizio delle indagini ha analizzato le tracce biologiche rossastre rinvenute nei bagni di tre stanze dell’ex Astor, dove viveva Kata. E proprio dove viveva la picciola si cerca il minimo indizio per dare ulteriore energie all’inchiesta. L’orsetto di stoffa, secondo quanto trapela da ambienti investigativi, sarebbe quello trovato in una stanza attigua a quella dove viveva la bambina. Nella stessa camera sarebbero stati rinvenuti anche lo straccio e il secchio.

Nuova pista? Tentativo per fugare anche il più piccolo dubbio? A dirlo saranno i risultati dell’analisi, anche se a più di un anno dalla sparizione di Kata le opzioni sulla scrivania degli inquirenti sembrano affievolirsi ogni giorno di più. Dell’incontro in procura di domani sono stati informati anche il padre e la madre della piccola. Il primo si trova ancora in carcere, la seconda invece, insieme alla criminologa Stefania Sartorini, si prepara per tornare in via Maragliano. È previsto infatti per inizio settembre il nuovo sopralluogo all’ex hotel del mistero, senza però l’ausilio di un cane molecolare, richiesto da Sartorini, ma respinto dalla procura. Il giudice Patrizia Pompei, che ha in custodia l’immobile essendo finito dentro una procedura fallimentare, ha invece autorizzato l’accesso.

Intanto, le indagini dei pm Giuseppe Ledda e Christine von Borries continuano senza esclusioni di colpi. Le piste seguite restano quattro: il traffico di droga, il racket delle stanze, lo scambio di persona e gli abusi a sfondo sessuale. Ciò che è certo per gli inquirenti è che Kata è stata portata via dall’Astor da via Monteverdi, unica via di uscita non inquadrata da una telecamera, con un’azione organizzata.

C’è poi la pista romena. Nella mattina del 10 giugno, poco prima che Kata scomparisse, tanti occupanti di nazionalità rumena, secondo quanto emerge dai video, hanno fatto le valigie e lasciano l’hotel Astor. Il massiccio esodo, potrebbe essere sintomo che nella comunità balcanica si sapeva cosa sarebbe dovuto succedere. E chi non voleva grane, avrebbe fatto le valigie. Nonostante l’aver pagato per un posto dentro la turbolenta occupazione di via Maragliano.

Ma cosa sapevano? E perché ancora oggi queste persone tacciono? Qui, le indagini della famiglia di Kata s’intrecciano e a tratti si sovrappongono con quelle della procura. Ed entrambe fanno i conti con una densa coltre di omertà.