Per le cure di Giovanni Grazzini, esce ora presso Le Monnier, nella collezione diretta da Emilio Cecchi e Vittore Branca, "Toscano volontario la guerra della indipendenza" del 1859, un " racconto popolare (nella sua accezione schietta), che diviso in tre parti, rispettivamente di ottantasei, sesntasette, novantotto pagine, è, come dire, tutto arieggiato di poesia, cui dà il tono, all’inizio, canto nazionale dell’Autore: Partir bisogna, partir conviene, Le trombe hanno suonato, e li tamburi.. la se ti lascio con pianti e con pene, Me li farai pur far li ssi duri! A voler dare un’idea dell’o- peretta, dirò che, a mano a mano, i fatti da raccontare, i fatti concreti, fanno ressa al cantore, al narratore, che s’adegua con tutta grazia ad essi; le squisitezze letterarie, un poco alla volta, son messe bellamente in disparte. E venendo ai particolari quelli vivi, veri, non già ornamentali, ecco una prima scelta: un’insolita fisionomia, certo che di confusione e turbamento scorse in quel troppo a lui noto", dove in primo piano un tratto ho colto di sorpresa, quanto vivace, col suo commen- (e cominciò a riflettere ora di certe voci che erano se su pel paese, che vari giovanotti s’andavano ad arroccare). E qui c’è già un progresso di sintesi, fulmineo ("Ma ello stesso riserbo che aveva muto con lui nell’amore, le impediva ora di dissuaderlo da esta partenza"; a cui corri sponde, in una nuova dimensione, si direbbe: " Pallidissima volto, per non aver potuto prender riposo, con que’ suoi occhi di tanto soave espressione; n un capo di capelli disposti senz’arte, ma crespi e ricci di naturale che parevano d’oro; il cuore del giovane se n’era mai stato colpito cotto; più poi quando gli parve e la sua bella persona, ella vista inattesa tutta ne masse". E aveva detto innanzi: "Chi di loro lo avrebbe i creduto capace di una simile risoluzione? La fanciulla, certo, che si era formata. Lui l’oggetto delle sue più care affezioni; e con i derivanti dalla misera sua condizione- altra speranza non le resta in questo unico, pel quale parevale di poter sopportare con più pazienza le sue nuove sciagure.
Progredendo in ampiezza: da un lato doveva attare infamia ai nostri oppressori, dall’altro centuplicava i difensori alla patria. É così ogni di più si sia questo abilmente avverato, non è mai duopo, d’addimostrarlo concludere: "Sento ormai per voler bene alla patria, è come se fosse d’una perla; a tempo, e a ogni costo soccorrerla "; fino a questa nota "in minore ", ma pretto stampo manzoniano: "Scomodarsi tutti un po’ bisogna, se si vuole essere utili agli altri". Grandi eventi dice assai ne il Grazzini che gli sto- commemorano, e il Men- no toscano riflette nella dimensione più modesta, iettati in una povera casa contadini, nati e cresciuti allargare il sentimento la patria oltre i confini del- selva o del monte, e tutta- cosi presto infiammati da senso del dovere tanto più co e schietto quanto in loro più nuovo, e. meglio viene a cidere col senso dell’ono- Con la nostra esemplifica- ne, e badando al timbro prosa semplice e commossa (intimamente commossa) vive delicate giunture, s’è, si senza volerlo, data la ri- a della verità intima e ttta che è al fondo di questo.
E’ un prezioso libricciuolo, andando oltre assai il senso e il valore di racconto popolare; chè, in effetti, il finissimo narratore e storico lo supera di molto, per la semplicità, avvenenza e, spesso, segretezza del dettato. Questo parlar piano, alla mano, è ciò che più piace nell’abate pistoiese Giuseppe Tigri. Secondo la nostra regola, ne abbian dato gli esempi, non fos-s’altro per esaltare le semplici verità espresse in una misura al tutto nuova, che quasi non si sospettava (così fatta è la costante del suo sentire: e ve- dete che ha fruttato). Perchè il Tigri la sapeva lunga, cre detemi; e altro che "stornelli e fanfare (chè fu detto anche questo)!