Il Moon in June si apre con Malika: "L’uomo è un puntino nell’immenso"

La cantautrice domani all’Isola Maggiore del lago Trasimeno, luogo del cuore dell’amico promoter scomparso

Il Moon in June si apre con Malika: "L’uomo è un puntino nell’immenso"

Il Moon in June si apre con Malika: "L’uomo è un puntino nell’immenso"

Nel blu. Concerto sull’acqua domani per Malika Ayane all’Isola Maggiore del Lago Trasimeno con un doppio omaggio, al promoter umbro Sergio Piazzoli nel decennale della scomparsa e allo spirito del suo ultimo singolo “Sottosopra”. "Quando m’è presa la follia di brevettarmi subacquea ho iniziato a pensare che il mare è profondo quanto alto è il cielo che gli sta sopra, ho capito che noi uomini non siamo al centro di niente, ma solo microscopici puntini in uno spazio immenso", racconta. "Il brevetto poi l’ho preso, ma scendo solo di qualche metro perché ho un timpano difettoso e, col mestiere che faccio, non mi sembra il caso rischiare".

Qual è la profondità che le fa più paura?

"La fine è sempre stata una mia ossessione, tant’è che nelle canzoni sto sempre lì a ripetere che il presente è la cosa più importante. Ogni tanto mi assale il timore di svegliarmi un giorno e non poter più fare questo che considero il lavoro più bello del mondo. Di non riuscire più ad esprimermi o di non trovare più gente che abbia voglia di ascoltarmi, di seguirmi nelle piccole grandi avventure in cui mi butto".

Nel cassetto da cui ha preso “Sottosopra” ci sono altre canzoni?

"Assolutamente sì...Col nuovo album avevamo in programma di uscire in autunno, poi ho pensato che 15 anni di discografia meritassero un tour tutto loro".

Infatti a novembre parte il nuovo tour teatrale, atteso il 23 al Menotti di Spoleto e il 27 al Puccini di Firenze. Che spettacolo ha in mente?

"Sto pensando ad un live focalizzato sulla propria estetica musicale, nella convinzione che sia meglio avere sul palco due musicisti in più che un maxischermo. Anche perché in tutti questi anni di attività sono riuscita ad evitare di aiutarmi con le sequenze e vorrei tanto proseguire su questa strada".

Quanto c’è in lei di Melina, di Nina, di Iolanda e delle altre protagoniste di “Ansia da felicità”, il suo primo romanzo arrivato in libreria giusto un anno fa?

"Lavorando la sera fino a tardi, ogni tanto la mattina mi sveglio con delle asce conficcate nella testa come la Nina del libro alla ricerca di un bicchiere di acqua gasata per riprendersi da un hangover. Sto vivendo un periodo meraviglioso in cui, al supermercato con la lista della spesa in mano o su un tappeto rosso a fare la diva supersonica, assimilo quel che mi accade attorno come una spugna, rubando attimi di vita qua e là nell’attesa di trasformarli in esperienza artistica".

Cosa le è rimasto addosso della gatta interpretata a teatro sotto la luna di “Cats”?

"Gli stivali. Cedo che meriterei un Tony Awards per essere riuscita a portare in scena senza incidenti la prima Grizabella coi tacchi a spillo della storia".

Ha fatto il conto di quante volte è morta in scena?

"Tra ‘Cats’ ed il predecessore ‘Evita’ dovrei aver superato quota 200. Visto che ormai ho un curriculum di morti invidiabile, un mio amico, scherzando, dice che ora mi manca solo il ruolo della Fantine di ‘Les Misérables’".

Andrea Spinelli