STEFANO BROGIONI
Cronaca

Il mostro di Firenze. Svolta sull’ultimo delitto dallo studio sulle larve : "Il processo è da rifare"

Ricostruita la scena dell’omicidio della coppia francese nel 1985 a Scopeti. Un test di entomologia smentisce la versione del ‘compagno di merende’ Lotti. Gli scienziati: uccisi almeno un giorno prima, decisiva la fauna cadaverica sulla donna.

Il mostro di Firenze. Svolta sull’ultimo delitto dallo studio sulle larve : "Il processo è da rifare"

Ricostruita la scena dell’omicidio della coppia francese nel 1985 a Scopeti. Un test di entomologia smentisce la versione del ‘compagno di merende’ Lotti. Gli scienziati: uccisi almeno un giorno prima, decisiva la fauna cadaverica sulla donna.

Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, le ultime vittime del mostro di Firenze, sono stati uccisi, secondo le ricostruzioni ufficiali e la testimonianza del “compagno di merende“ Giancarlo Lotti, da Pietro Pacciani e Mario Vanni la sera dell’8 settembre 1985, una domenica. Ma un esperimento giudiziale, fatto in questi giorni alla piazzola di Scopeti, dove i due francesi avevano montato la loro tenda, potrebbe demolire la ’verità’ di Lotti e spianare la strada alla revisione della condanna all’ergastolo di Vanni, istanza sollecitata da un nipote del postino di San Casciano: l’omicidio sarebbe avvenuto prima, il sabato sera o addirittura il venerdì. Dunque Lotti, che chiamandosi in correità disse di aver visto Pacciani sparare e ’Torsolo’ tagliare parti anatomiche di lei, avrebbe mentito. La retrodatazione del delitto si basa appunto sull’esito della prova sul campo fatta dai due esperti.

"I risultati sono incoraggianti nello smentire in maniera categorica le dichiarazioni del teste oculare", dice la dottoressa Fabiola Giusti che, con il professor Stefano Vanin (i casi Claps e Yara nel curriculum), due big dell’entomologia forense – disciplina che studia le larve e che quarant’anni fa non era ancora sviluppata – ha ricreato, nello stesso luogo e nei medesimi giorni del mese, l’ambiente in cui, nel primo pomeriggio di lunedì 9 settembre, il cercatore di funghi Luca Santucci s’imbattè per caso nei due cadaveri. Nadine venne rinvenuta nella tenda, Jean Michel era tra i rovi, coperto da rifiuti. Il corpo della donna aveva già raggiunto una decomposizione tale che, a tanti, già nel 1985, fece dubitare che quel delitto potesse essere avvenuto la domenica sera, cioè poche ore prima del ritrovamento.

Oggi, ai dubbi di allora, arrivano in supporto i progressi della scienza. Nei giorni scorsi, nella radura di Scopeti, è stata montata una canadese simile a quella della coppia d’Oltralpe. Dentro, è stata messa della carne, che con il passare delle ore ha iniziato il suo normale decorso, e gli entomologi hanno osservato l’arrivo di larve e mosche come se si trattasse del corpo della vittima. Per giungere alla formazione di una fauna cadaverica paragonabile a quella presente sul cadavere della vittima in alcune foto autoptiche agli atti dei procedimenti sul mostro, sono servite molte più ore rispetto a quelle ’ufficiali’. Dunque l’omicidio, secondo i superconsulenti, va anticipato di almeno un giorno e il racconto di quella domenica sera di Lotti non può essere veritiero. Eppure, la sua testimonianza fu fondamentale per la condanna del postino e per collocare lì Pacciani. Ma adesso, quando la relazione di Giusti e Vanin sarà completa, gli avvocati Valter Biscotti e Antonio Mazzeo formalizzeranno la richiesta di revisione di quel processo che ancora oggi fa molto discutere. Un atto che, assicurano, sarà depositato entro fine anno a Genova, tribunale competente per la revisione che nel 2004 aveva già respinto una richiesta analoga. Ma oggi, oltre alla consulenza dei due luminari dell’entomologia, l’istanza potrebbe essere corredata da altri elementi che sbugiarderebbero il ’pentito’, come ad esempio il taglio sulla tenda: secondo i legali, potrebbe essere uno strappo già presente in precedenza, non provocato da una lama come invece riferì Lotti.

"Noi non cerchiamo l’assassino – dichiara Biscotti – ma ci sono processi che in un determinato momento storico sono stati condizionati e che adesso meritano di essere rivisti". Vanni e Lotti – nel frattempo deceduti – sono stati condannati rispettivamente all’ergastolo e a 26 anni, ma ’solo’ per gli ultimi quattro duplici omicidi del mostro. Pacciani, invece, morì in bilico tra due sentenze contrastanti: una di condanna in primo grado, una di assoluzione in appello.