NICCOLO' GRAMIGNI
NICCOLO' GRAMIGNI
Cronaca

Il Museo Novecento diventa super. Arriva ’Messaggere’ di Baruch

Il Museo Novecento procede la trasformazione in ‘Super’ - come da tema degli appuntamenti per questa stagione – e,...

Marion Baruch

Marion Baruch

Il Museo Novecento procede la trasformazione in ‘Super’ - come da tema degli appuntamenti per questa stagione – e, in attesa di inaugurare la mostra di Thomas J Price, apre a una doppia mostra. Si tratta di ‘Messaggere’ e ‘Marion Baruch - Un passo avanti tanti indietro’. ‘Messaggere’ è a cura di Eva Francioli e Stefania Rispoli, con la direzione artistica di Sergio Risaliti: sarà visitabile dall’8 marzo (fino all’8 giugno), in occasione della festa della donna.

E’ il viaggio di una nuova generazione di artiste ovvero Chiara Baima Poma, Fatima Bianchi, Lucia Cantò, Parul Thacker e Tuli Mekondjo, che provengono da Europa, Asia e Africa, come a voler rappresentare tutto il mondo. L’obiettivo dell’esposizione, è stato spiegato, è "sottolineare la natura costruttiva dell’arte, alla sua capacità di creare spazi di pensiero, luoghi di confronto e isole di resistenza". La seconda mostra, la retrospettiva ‘Marion Baruch - Un passo avanti tanti indietro’, sarà visitabile dal 15 marzo (fino all’8 giugno) negli spazi del museo ma pure alla Manifattura Tabacchi e al Polimoda: si tratta di una retrospettiva di Marion Baruch, a cura di Risaliti e Rispoli. L’artista è nata in Romania nel 1929 ed è vissuta tra Israele, Francia e Italia. Il titolo dell’esposizione, è stato spiegato, "rende omaggio all’attitudine dinamica, ricettiva e perseverante di questa artista".

"E’ una grande soddisfazione vedere ripartire il Museo Novecento con questa inesauribile passione e con questa grande capacità di tenuta professionale – ha spiegato Risaliti -. La prossima settimana sarà un altro momento ‘Super’: inaugureremo la grande mostra di Thomas J Price". Le mostre, ha aggiunto Risaliti, "sono nel segno del mondo, del confronto tra le culture del pianeta. Firenze è nel mondo". L’assessore alla cultura di Palazzo Vecchio Giovanni Bettarini ha sottolineato, in riferimento alla prima mostra, ha parlato della caratteristica di Firenze di continuare "a dar spazio alle nuove generazioni di artiste e alla loro ricerca dell’arte e della sperimentazione", sulla seconda ha detto che l’esposizione "indaga il tempo presente, in tutte le sue contraddizioni".

Niccolò Gramigni