
Eleonora Buccarini nei panni di Sandy nel musical ’Grease’
Dagli Stati Uniti all’Italia, il mondo non assomiglia neppure lontanamente agli anni ’50 raccontati nel film cult ’Grease’ del 1978, tratto dall’omonimo musical. I protagonisti, John Travolta nei panni di Danny; e Sandy, interpretata da Olivia Newton-John, divennero due icone. E anche la brillantina, ’grease’, tornò di moda. Ma nonostante la distanza abissale da quei decenni là, quello che non è cambiato è il desiderio degli adolescenti di vivere quella stagione fra bande di amici, la musica, i primi amori e il profumo dell’età adulta. Ecco perché anche oggi ’Grease’, portato in scena dalla Compagnia della Rancia di Saverio Marconi, è ancora un successo. Lo spettacolo, arriva sabato (ore 20,45) e domenica (ore 16,45) al Teatro Verdi, con diciotto giovanissimi performer che daranno vita a personaggi diventati vere e proprie icone generazionali.
A interpretare Sandy è Eleonora Buccarini – attrice, cantante e ballerina – che nelle edizioni passate è stata anche Frenchy, l’amica che sbaglia sempre la tinta dei capelli.
Eleonora, lei non era nata quando è uscito il film. Che cosa ha presentato nel suo immaginario?"È vero, io sono nata nel 1997, quando in Italia è arrivato il musical. Per me ’Grease’ è un’istituzione, un emblema che racchiude tantissime generazioni. E ora come allora racconta la vita insieme di un gruppo di giovani durante un anno di scuola, con le prime esperienze d’amore, i primi pigiama party. E poi la musica, che resta un punto di forza. Non a caso il pubblico canta e balla".
Che effetto le fa interpretare il ruolo che fu di Olivia Newton-John?"È praticamente impossibile paragonarsi a un’icona come lei. Ogni artista cerca di mettere qualcosa di suo in un personaggio. E per fortuna questo allestimento è in parte rivisitato per essere reso più contemporaneo e vicino ai nostri tempi, con l’aggiunta di nuovi brani cantati. Quindi il paragone non esiste".
Nei musical si deve saper cantare, ballare e recitare. Lei artisticamente come nasce?"Io nasco prima come ballerina, danzo fin dai sei anni. Adesso forse mi sento più cantante, anche se è impossibile scindere le tre discipline in scena. Di sicuro serve una grande energia".
Com’è lavorare con un regista quale Saverio Marconi?"Straordinario. Ecco, lui tiene tantissimo alla recitazione, la mette al primo posto, insistendo su ogni battuta, affinché risulti naturale e vera nel contesto dei dialoghi e delle relazioni fra i personaggi".