
Plastica tra gli alberi e nell’acqua del Rovigo, potrebbe arrivare al Santerno. Mobilitazione dei volontari
"Io non sono mai stato un allarmista, ma quella che ho visto per me è una catastrofe ambientale gigantesca". A dirlo è Roberto Gianni, escursionista fiorentino che non ha voluto rinunciare a una passeggiata nei sentieri del Mugello subito dopo le grandi piogge e che ha ancora negli occhi una scena che mai avrebbe voluto vedere. "Una situazione incredibile, a poca distanza dal ponte sul Rovigo. Cumuli di sacchetti, alberi avvolti da cuscini di plastiche. E poi ho visto la frana, una frana non con terra e sassi, ma con nettezza di ogni genere, una schifezza tremenda, una montagna di rifiuti". Tutto questo in una tra le vallate dell’Appennino più incontaminate, meta di tanti escursionisti alla ricerca della natura allo stato puro.
Sono luoghi cari a chi ama stare in mezzo alla natura, I Diacci, la Cascata dell’Abbraccio e poi la Lastra. Adesso c’è una discarica "fantasma" – perché neppure il censimento dei siti dismessi stilato da Arpat la contempla -, ma non abusiva. Frutto di un accordo, "scellerato" lo definisce l’attuale sindaco palazzuolese Marco Bottino, tra il Comune di Firenze e quello di Palazzuolo sul Senio. Nel 1971 la città era in emergenza per i rifiuti, e l’Asnu, previo accordo appunto con il Comune di Palazzuolo, non trovò di meglio che indirizzare i propri camion carichi di nettezza verso l‘Appennino. A una curva poco prima del passo della Sambuca, venne gettato giù di tutto. Non durò molto, pare. Forse furono le proteste degli abitanti di Razzuolo, frazione di Borgo San Lorenzo, che vedevano passare questi camion maleodoranti, o forse la fine dell’emergenza per Firenze. Finì lo scarico, restò la discarica. Senza che nessuno ne avesse memoria. Ora una delle tante frane avvenute in Alto Mugello nei giorni scorsi l’ha scoperchiata e trascinata a valle. Un disastro ambientale, con parte della discarica finita nel letto del torrente. Così si cerca di correre ai ripari. Intanto si è tenuto un incontro, tra Regione, Arpat, Comuni, Protezione Civile, per decidere il da farsi.
"Abbiamo incaricato – dice il sindaco Bottino – una ditta specializzata che sta già operando lungo il torrente Rovigo per bloccare l’arrivo dei rifiuti dalla vecchia discarica. Poi dovrà seguire un piano di bonifica". Le preoccupazioni e l’allarme, tra i cittadini, e tra i frequentatori di quel luogo, sono forti. A trasportare la nettezza fiorentina erano i normali compattatori dell’Asnu. E ci si preoccupa per lo stato di quei luoghi così belli e importanti sul piano naturalistico. Per bloccare l’invasione delle plastiche nel Rovigo, che potrebbero poi arrivare fino al Santerno, spiega il sindaco di Firenzuola Buti, "verranno posate delle reti per fermare i rifiuti galleggianti in acqua".
Già c’è mobilitazione per andare a pulire quei luoghi deturpati: il Motoclub Firenzuola ha organizzato per sabato e domenica una giornata di pulizia del torrente. Ed Hera posizionerà lungo il corso del fiume uno scarrabile nel quale si potranno depositare i sacchi con la plastica raccolta. Sarà un lavoro duro.
Paolo Guidotti