
Se non avete ancora sentito APT., è questione di tempo. E non le resisterete. Ma è improbabile che non l’abbiate...
Se non avete ancora sentito APT., è questione di tempo. E non le resisterete. Ma è improbabile che non l’abbiate ancora notata – magari vi sfugge solo il titolo. Perché è ovunque, il suo ritornello micidiale non lascia scampo a nessuno. Più che una canzone, una mania. Rosé, che l’ha scritta e la canta con quel genietto del pop occidentale quale è Bruno Mars, è la prima star k-pop a uscire davvero da una nicchia di appassionati (milioni di appassionati) e diventare un fenomeno di costume trasversale. Popstar, vera. Anche da noi. E dietro al gioco, racconta lei, c’è un romanzo di formazione. Ventotto anni appena compiuti e l’esordio nelle Blackpink (girl band che ha scalato le classifiche anche negli Stati Uniti e che dovrebbe tornare nel 2025 con un tour mondiale), con APT. ha debuttato come solista. Rosé è la protagonista della copertina del nuovo numero di Vanity Fair in edicola da domani.