Emanuele Baldi; «Riaprire
Cronaca

Il padre della Ztl: "Folle riaprirla Usate treni e bici"

Nel 1988 Graziano Cioni chiuse il centro alle auto "Firenze soffocava, fu una scelta per la vivibilità"

di Emanuele Baldi

"Riaprire il centro alle macchine? Ma che si scherza davvero, l’ho chiuso io 32 anni fa...".

Febbraio 1988. La Firenze da bere che affrescò il geniale Francesco Nuti nel suo Caruso Pascoski era una scintillante camera a gas. Macchine dappertutto. "Parcheggiavano anche in piazza della Signoria. Una follia" dice oggi Graziano Cioni, l’imprevedibile ex sceriffo di Palazzo Vecchio al tempo assessore al traffico della giunta Bogiankino e vero babbo della Ztl.

Cioni lo chiedono le associazioni di categoria. Altrimenti, dicono, il commercio morirà.

"Questo dibattito mi sembra un depistaggio. Anzi di più, un falso problema".

In che senso?

"Temo che la metà delle attività fra qualche giorno non avrà le forze per riaprire. Ma la crisi del coronavirus la si supera con altri percorsi, non facendo tornare le macchine in centro. La ripresa del commercio dipende da una concertazione che ci deve essere tra le istituzioni, Comune e Regione in primis".

Ma come fa a riprendersi un ristorante di piazza della Repubblica senza stranieri per un anno? Chi ci va a cena?

"A parte che ci sarebbe comunque il problema della sosta. E poi in centro si può andare in tanti altri modi"

E come?

"Il prossimo obiettivo dev’essere quello della metropolitana su ferro. I fiorentini dovrebbero imparare a usare le stazioni del treno della città e intregrare gli spostamenti con la tramvia e con le biciclette. Io nel 1988 aprii questa strada"

Perché lo fece?

"Perché il centro stava soffocavando. La gente forse non lo ricorda più ma posteggiavano in piazza Santa Croce, piazza Pitti, piazza Strozzi e tante altre. La mia scelta non fu un capriccio, ma la volontà di dare una nuova idea di città vivibile".

E perché nessuno ci aveva pensato prima di lei?

"Ah non lo so, so solo che arrivai io e ci pensai subito".

La ostacolarono?

"Mamma mia! Mi ricordo il conto alla rovescia in attesa del piano, sembrava che con la Ztl dovesse esplodere una bomba atomica. E invece..."

I fiorentini che ne pensavano?

"Erano contrari, ma la maggioranza silenziosa, che poi con i referendum diventò attiva, era con me. Ma fu una battaglia anche in Palazzo Vecchio, in giunta c’era chi non la voleva"

Chi?

"I socialisti. Invece Morales e Bogiankino erano dalla mia parte. Ebbero ragione perché la Ztl negli anni si è dimostrata la scelta giusta per la città".

Qualcuno le ha chiesto scusa per essersi sbagliato nell’88?

"A Firenze il verbo scusarsi non lo conosce nessuno".

Cosa manca oggi alla Ztl?

"Niente. Magari farei solo qualche modifica"

La vuole ancora più estesa?

"No, vorrei più controlli perché servono a far crescere la sensibilità al rispetto dell’ambiente".

Caos traffico. Se lei domani prendesse il posto dell’assessore Giorgetti che farebbe?

"Terrei il Giorgetti, io ho già dato (ride ndr). E gli direi di tenere duro sulla Ztl".

Al netto del dramma Covid 19 non le pare che Firenze con l’aria pulita, senza i trolley e il caos abbia recuperato un fascino perduto da anni? E se fosse una nuova primavera?

"Io sono ottimista ma lei è come Mao Tse-tung che non perdeva mai la fiducia. Vedo difficile una rinascita della città in questa fase. E comunque il suo e il mio ragionamento sono romanticismi che la miseria poi si porta via. Se ci sentono i ristoratori ci mandano a quel paese...".

Sceriffo, grazie. Un’ultima cosa. Lei non vuole motori in centro ma è vera la storia che quando la elessero consigliere provinciale nel 1975 arrivò da Empoli con l’Ape a Palazzo Medici Riccardi?

"Sì e il capo garagista mi vociò: “Ma dove c... vai?“. Io scesi gli diedi le chiavi e gli dissi “Me la parcheggi lei“".