ALESSANDRO PISTOLESI
Cronaca

Il paese dei migranti fa discutere. Il centrosinistra: "Incide il contesto. Servono umanità e pragmatismo"

Il gruppo ’Bene Comune’ ha votato per chiudere il centro: "Bisogna essere realisti, non ci sono le condizioni"

A San Pellegrino, il centro migranti della discordia è riuscito a mettere d’accordo la politica. Nel paese dove i migranti superano per numero i residenti, il centrodestra (che amministra il Comune di Firenzuola) e l’opposizione di centrosinistra hanno votato un documento congiunto per la chiusura del centro di accoglienza straordinaria. Non senza differenze di vedute. Ma la sostanza non cambia. E anche per il centrosinistra l’integrazione, così concepita, non funziona. "Quando si parla del Cas di San Pellegrino bisogna tenere conto del contesto e del numero dei residenti – tuona Filippo Giordano Allkurti, capogruppo della lista civica ‘Bene Comune’, gruppo che unisce diverse sensibilità dell’area di centrosinistra –. La nostra posizione non è facile da spiegare politicamente". Allkurti però ci prova e chiarisce: "Intendiamoci: anche io sono sono figlio di immigrati albanesi che arrivarono in Italia e mi sento un esempio positivo di integrazione. Ma appunto l’immigrazione ormai esiste da trent’anni, viene gestita come emergenza quando in realtà è un fattore strutturale". Facile a dirsi, molto meno a farsi.

"Un approccio di chiusura a prescindere è sbagliato. Bisogna essere umani ma anche pragmatici", la sintesi di Allkurti. E sul caso di San Pellegrino non ha dubbi: "È chiaro che mettere insieme 70 ragazzi di 20 anni e di nazionalità diverse in una situazione di stres possa creare delle tensioni: queste situazioni vanno gestite con la dovuta attenzione". Per il consigliere di opposizione il caso di San Pellegrino dovrebbe essere uno spunto di riflessione a livello nazionale: "I Cas in teoria dovrebbero essere luoghi di transito – spiega –, la norma va rivista a livello nazionale e dato che ora a Roma governa il centrodestra è bene che si faccia portavoce nei confronti della Prefettura e del Ministero".

A sollevare il caso in consiglio era stato proprio il gruppo ’Bene Comune’: "È una questione che stiamo affrontando da molti mesi, a novembre 2024 abbiamo chiesto al Comune di impegnarsi a incontrare il prefetto per spiegare le difficoltà di integrazione. Oltre a rivedere il numero degli ospiti per una serie di questioni di incompatibilità tra cui la lontananza dal capoluogo e la mancanza di servizi". Poi la scorsa settimana è arrivato in consiglio comunale un ordine del giorno per votare la chiusura. "La nostra proposta a novembre chiedeva una riduzione degli ospiti – osserva ancora Allkurti –. All’atto abbiamo presentato due emendamenti ma bisogna essere realisti e onesti intellettualmente: va modificata la norma a livello nazionale. E a San Pellegrino bisogna prendere in considerazione tutta una serie di fattori per allentare le tensioni nell’interesse della comunità".

Alessandro Pistolesi