SARA BESSI
Cronaca

"Il Palagiustizia non funziona". Prato, un’inchiesta sul degrado . Ad aprirla la stessa procura

L’ipotesi di reato è inosservanza degli obblighi del datore di lavoro, ossia il Ministero. Anche il riscaldamento è fuori uso: è stato trovato amianto nelle giunture delle tubazioni.

"Il Palagiustizia non funziona". Prato, un’inchiesta sul degrado . Ad aprirla la stessa procura

L’entrata del Palazzo di giustizia di Prato, da tempo al centro di polemiche per il degrado in cui versa

Luca Tescaroli, procuratore capo della procura pratese, indaga sulla sua seconda ’casa’: il Palazzo di giustizia. La procura ha aperto un fascicolo sullo stato di degrado in cui versa la struttura dopo che qualche giorno fa un roditore ha mandato in tilt il sistema elettrico. Per chiarire eventuali responsabilità la procura ha aperto un fascicolo, al momento senza indagati, per la violazione del testo unico sulla sicurezza sul lavoro. In particolare, si ipotizza l’inosservanza di una serie di obblighi a cui è tenuto il datore di lavoro, che, in questo caso, è il ministero di Giustizia. Le voci a cui ogni datore di lavoro deve rispondere vanno dalla manutenzione tecnica alla pulizia degli impianti fino a garantire la libera fruizione delle uscite di emergenza.

Tra l’altro, in virtù della Legge 190 del 2014 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato) le manutenzioni ordinaria e straordinaria sono state trasferite dai Comuni al ministero di Giustizia. All’origine dell’azione intrapresa da Tescaroli, c’è il guasto verificatosi lo scorso 22 novembre quando un topo si è infilato in una centralina elettrica e ha messo ko il sistema elettrico del Palazzo di giustizia, mandando in tilt tutti i servizi. Il ministero della Giustizia, informato del serio danno dal presidente facente funzione del Tribunale, Lucia Schiaretti e dallo stesso procuratore Tescaroli, ha concesso nell’immediato l’autorizzazione per i lavori di somma urgenza. Del resto, in occasione degli ultimi sopralluoghi, sono state scoperte deiezioni di animali anche in prossimità degli impianti elettrici e di riscaldamento. Ai tanti problemi di questi giorni si è aggiunto anche l’allarme per la presenza dell’amianto nei condizionatori. Motivo per cui il riscaldamento non può essere acceso fino a quando non saranno eseguiti prelievi e verificata la pericolosità o meno della sostanza. Secondo quanto appreso, l’amianto sarebbe stato trovato nel materiale isolante delle giunture delle tubazioni di aerazione per evitare la dispersione.

In un comunicato congiunto firmato dal procuratore capo Tescaroli e dalla presidente Schiaretti, diffuso nella tarda serata di ieri, si spiega che nel Palazzo di giustizia "è stata ripristinata l’erogazione dell’energia elettrica attraverso un intervento provvisorio debitamente finanziato dal ministero della Giustizia".

Nonostante questa prima tranche di intervento d’urgenza, si legge ancora nel comunicato congiunto che "permangono tuttavia, in esito ai sopralluoghi effettuati significative criticità nell’apparato che dovrà subire un significativo intervento per essere messo a norma".

Inoltre, in merito alle "rinvenute presenza di amianto – prosegue la nota – sono in corso accertamenti finalizzati ad appurare la nocività o meno della sostanza attraverso prelievi e successivi esami di laboratorio che appaiono indispensabili per assicurare condizioni di lavoro adeguate". "Quanto emerso dalle attività effettuate – precisano ancora il procuratore Tescaroli e la presidente Schiaretti – ha indotto ad aprire un procedimento penale presso la procura per accertare eventuali responsabilità penali".

Intanto i dipendenti hanno convocato un’assemblea, che si terrà domani mattina, mentre alle 17 dello stesso giorno la sezione pratese dell’Anm di Prato ha convocato un’assemblea pubblica nell’aula delle udienze collegiali. "Le condizioni del palazzo di giustizia pratese, già precarie, sono ormai precipitate. Nonostante gli sforzi profusi in questi anni dai dirigenti dei nostri uffici, il tribunale è ai limiti dell’inagibilità tecnica – scrivono Francesco Santarelli, presidente Anm Prato, e Valentina Cosci, segretario Anm Prato – Sono mancati, da parte dei governi che si sono succeduti negli ultimi decenni, la volontà politica e il necessario sostegno economico perché il circondario di Prato potesse avere un tribunale degno della sua realtà territoriale".