Un "uomo buono", un "Papa illuminato". In tanti sono preoccupati per il futuro perché "lascia un grande vuoto" ma al tempo stesso – soprattutto i credenti – sono convinti che la sua dipartita, nel giorno in cui l’angelo annuncia che "non è qui, è risorto", sia la chiusura profondamente spirituale di un pontificato che ha sempre cercato di portare il Vangelo nella vita quotidiana. Anche Firenze piange la morte di Jorge Mario Bergoglio, ovvero Papa Francesco, nome assunto in onore del ’poverello’ d’Assisi.
Ieri mattina la città si è svegliata con l’infausta notizia della scomparsa di Bergoglio, "un annuncio che mai e poi mai avrei voluto sapere. Ancora non ci credo, solo ieri (la domenica di Pasqua, ndr) l’avevo visto in tv durante la benedizione Urbi et Orbi: aveva la voce flebile, appariva debilitato ma non avrei mai immaginato che sarebbe stata la sua ultima apparizione" racconta Giammarco Nardi che durante la visita pastorale del Santo Padre del 2015 era in Duomo, insieme a tantissimi fedeli, per "salutare, anche da lontano, il papa". Al di là della fede, tanti fiorentini e altrettanti turisti che hanno scelto la città del Giglio per le vacanze pasquali, sono convinti che Bergoglio "ha segnato la storia della Chiesa con un papato dedicato alla fraternità universale, all’accoglienza dei migranti, alla difesa dell’ambiente e alla lotta contro ogni forma di esclusione" e per questo che Antonio Lo Giudice e la moglie Serena Tofani sono "profondamente dispiaciuti" mentre Pierluigi Rosa sente "un grande dolore".
La sua voce resterà viva nelle parole e nei gesti che hanno accompagnato milioni di persone, credenti e non, verso una visione più umana e compassionevole del mondo. "Sei stato un padre buono e dolce, aperto al futuro, vicino ai deboli e ai derelitti di tutto il mondo, ti sia lieve il ritorno al Padre nostro" dice Stefania Fusi, mentre la gelataia Barbara Scudieri ammette: "Non sono credente ma avrei voluto conoscerlo". "Il messaggio più importante di Francesco è che, a differenza di tanti suoi predecessori e a dispetto del simbolo che rappresentava, è rimasto uomo" sostiene Alessia Mantovani, turista in coda per entrare in Duomo che ha appreso la notizia sui social dove in pochissimi minuti la notizia ha fatto il giro del mondo. Per Guido De Barros, presidente dell’associazione ’Voa Voa! Amici di Sofia APS’ "ha saputo guardare negli occhi dei bambini affetti da malattie rare, riconoscendo in loro il mistero profondo della vita segnata precocemente dal dolore e dalla morte. È stato vicino a tante famiglie che affrontano quotidianamente l’inspiegabile sofferenza dei piccoli, donando conforto e speranza nella certezza che nessuna vita, per quanto fragile, sia mai dimenticata da Dio".
"Una persona semplice, forte e vera" è il ricordo di suor Maria che, insieme ad alcune consorelle – che preferiscono l’anonimato – , è appena uscita da una chiesa fiorentina dove ha pregare per Bergoglio. "Francesco è stato, per molti, il volto credibile di una fede che si fa prossimità, dialogo, umiltà. E anche ora, nel momento del distacco, continua a insegnare. Perché la Pasqua non è solo un evento da ricordare, ma una realtà da vivere. E lui l’ha vissuta, fino in fondo". Donatella Bagnai, invece, si sofferma sulle scelte coraggiose portate avanti durante il pontificato e in particolare sulla sfida Lgbtq+: "La frase che disse nel 2013 sul volo di ritorno dalla Giornata mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro, è eloquente: ’Se una persona è gay, cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicare?’. Indubbiamente è stato un uomo che ha rinnovato la chiesa". Cosa succederà adesso è tutto da scoprire ma tanti fedeli si augurano che il successore "non cancelli quell’impronta profonda tra riforme, gesti simbolici e scelte controcorrente di Papa Francesco" dice Paola Mengoni. "Aveva avvicinato la Chiesa al popolo come mai era accaduto prima" è il parere di Mattia Manfredini e di tanti altri fedeli che ieri mattina sono entrati in Duomo per una preghiera speciale.
Barbara Berti