CHIARA OTTAVIANI
Cronaca

Il paradiso del mare in città. Tuffi, giochi e qualche guaio

Tanti svaghi e servizi, ma mantenere l’ordine è dura. La nostra prova sul campo

Borse da mare, teli e cestini da picnic. Costumi e crema solare. Una giornata estiva in piena regola, ma in piscina a Firenze. Tutti coloro, fiorentini e non, che non hanno potuto lasciare il bollente capoluogo toscano per mete più fresche, si consolano alla piscina comunale ’Costoli’. Una vasca olimpica di 25 x 50 metri, una vasca per tuffi di 25 x 18 metri, con annessi trampolini e piattaforma in cemento armato. In più una terza vasca per bambini, anch’essa di 25 x 18 metri. Riparata dai viali alberati di Campo di Marte, la piscina comunale, pur essendo in città, non fa certo sentire la mancanza del mare.

Tuttavia la posta in gioco, anche per i gestori degli impianti, è molto alta. Accogliere quante più persone possibili, tra cui i turisti che hanno scelto Firenze come meta estiva, pur mantenendo ordine e tranquillità per giovani e famiglie. Gestire l’affluenza non deve essere semplice.

A differenza delle altre piscine comunali a Firenze, che sono state affidate in gestione a varie società sportive, la piscina Costoli è l’unica che ancora il Comune gestisce autonomamente. D’inverno le vasche sono coperte e adibite ad attività sportive, mentre d’estate si aprono al pubblico, e oltre alla tradizionale balneazione, la piscina organizza corsi estivi, tra cui lezioni di nuoto per adulti e bambini, acquagym e yoga in acqua.

Le porte aprono la mattina presto, le code per entrare diventano un’immagine iconica dell’estate in città, il personale all’ingresso che chiede i documenti e intanto il vociare dei bagnanti copre il passaggio delle auto in sottofondo. Quando si aprono i tornelli e la ragazza strappa i biglietti ecco che ai bambini viene dato il via libera. Parte la corsa verso le piscine e puntuali arrivano le raccomandazioni dei genitori, "fate attenzione si scivola!", "mettete prima la cuffia", "attenti a non disturbare". Nel frattempo i bagnini cercano di mantenere l’ordine come possono, richiamando chi corre sul bordo o chi si tuffa dove l’acqua è troppo bassa.

Intanto gruppi di ragazzi si sfidano a gare di nuoto, mentre una parte di loro resta di guardia alle borse sotto gli alberi, "non conviene lasciarle in bella vista meglio fare a turno".

I più fortunati riescono a conquistare un lettino e un ombrellone, gli altri si sdraiano all’ombra degli alberi. C’è chi prende il sole, chi legge e chi ascolta la musica. Chi gioca a carte all’ombra degli alberi e chi prende posizione al tavolo del bar, per rimanerci fino all’ora del’aperitivo.

Negli ultimi anni, la piscina Costoli ha visto un aumento esponenziale del numero di visitatori, molti dei quali turisti da ogni dove, attratti dall’idea di immergersi in un angolo di frescura nel cuore di Firenze. Tuttavia, questo afflusso massiccio ha trasformato quello che una volta era un ritrovo sereno per i fiorentini in un vero e proprio campo di battaglia, dove rilassarsi non sempre è semplice. Come non lo è la gestione della piscina e dell’ordine pubblico, e l’insofferenza delle persone inizia a farsi sentire.

La Costoli non è solo un luogo di svago. È un riflesso della complessità del turismo in una città storica come Firenze, che chiede un quilibro tra svago e sicurezza.