Il Pd contro Renzi: "Parole sessiste su Monni". Funaro: "Piaga maschilismo". E lui annuncia querele

L’ex premier finisce nell’occhio del ciclone dopo l’intervista a La Nazione. Ma alle accuse risponde: "Clima ridicolo, denuncio subito il segretario dem".

"Eccolo lì, di nuovo. Stavolta è Matteo Renzi a provare a ‘rimetterci al nostro posto’". Non le è decisamente piaciuta l’intervista del leader di Italia Viva pubblicata ieri dalla Nazione. L’assessora regionale all’Ambiente, Monia Monni (Pd), ha risposto a tono alla stilettata che il senatore le riserva in riferimento alle comunali. "D’altra parte - commenta amara Monni - anche in politica il sessismo è sempre in agguato". L’assessora parte dall’antefatto: "Avevo scritto, in un post, che in alcune scelte politiche a Firenze leggevo una modalità politica fallica, fatta di muscoli mostrati e prove di forza. Un concetto generale che, evidentemente, deve aver toccato qualche nervo scoperto e che ha spinto Renzi ad intervenire per rivendicare esattamente quella modalità".

Ieri, infatti, il senatore ha dichiarato: "Non so cosa sia il potere fallico di cui si occupa l’assessore Monni". E la locuzione usata da Renzi "di cui si occupa" manda su tutte le furie l’esponente dem. "Non è una battuta, è un’allusione, un’insinuazione, un’affermazione disturbante che mi colpisce e mi mette a disagio - sostiene Monni - credo proprio che Renzi dovrebbe scusarsi e spero che almeno qualche esponente del suo partito possa dissociarsi, e non penso solo alle donne". L’assessora correda la sua replica, affidata a un post su Facebook, con tre hashtag: RenziScusati, StopPatriarcato, NonStoBona.

Tutto il Partito democratico, ieri, ha fatto quadrato attorno a Monia Monni per esprimerle solidarietà, per condannare le parole dell’ex premier e per chiedere alle donne di Iv (le candidate allo scranno più alto di Palazzo Vecchio Stefania Saccardi e al Quartiere 1 Titta Meucci) di prendere le distanze dal proprio leader. Perfino uno dei maggiorenti dem, e scheliniano di ferro, come il deputato Marco Furfaro, ha voluto dire la sua, accusando l’ex compagno di partito di "cercare visibilità". "Ho aspettato per ore, prima di scrivere. Un pò, perché non ci volevo credere, un po’ perché speravo che arrivassero delle scuse e prese di posizione. L’ex premier questa volta arriva ad accusare Monia Monni con espressioni volgari e non smentite. Noi stiamo con Monia".

A Furfaro si sono poi aggiunti la deputata Laura Boldrini, il segretario metropolitano Pd, Andrea Ceccarelli ("La polemica politica può essere fatta di confronti aspri e duri, ma quando si ricorre a insinuazioni, allusioni, che richiamano al sessismo, la cosa diventa inaccettabile"), la candidata sindaco del centrosinistra Sara Funaro ("Monia, tutta la mia solidarietà. Il maschilismo in politica è una piaga ancora esistente. La vivo sulla mia pelle come tante donne". E finanche la Cgil Toscana con il segretario generale Rossano Rossi: "E’ grave, inaccettabile e pericoloso usare parole allusive e fuori luogo. Renzi farebbe meglio a scusarsi".

Insomma, a questo punto sembra proprio che la rottura tra Iv e Pd sia totale, tanto che, in serata, attraverso una nota, il leader di Iv ha fatto sapere di aver dato mandato ai suoi legali "di querelare e di agire in sede civile contro il signor Andrea Ceccarelli, segretario del Pd fiorentino. E tutti coloro che parlano di insinuazioni e allusioni sessiste". Secondo Renzi "il tentativo di esasperare il clima fiorentino è ridicolo è imbarazzante. E sarà fermato in sede giudiziaria. Il risarcimento danni sarà dedicato alle associazioni vittime di violenza sulle donne". A questo punto si fa sempre più difficile, se non impossibile, una possibile intesa tra i renziani e il centrosinistra in caso di ballottaggio.

E anche Rosa Maria Di Giorgi, candidata alle Europee per Iv, si schiera al fianco dell’ex premier: "Che Monni accusi Renzi di sessismo dopo essere stata lei a parlare per prima in un suo post di ‘potere fallico’, peraltro alludendo alla candidata Stefania Saccardi, è veramente il massimo. E sarebbe risibile se non fosse tragico".

Antonio Passanese