Sui fatti del Michelangelo la polemica politica è ormai rovente. Da Palazzo Vecchio il Pd non fa sconti. "Non abbiamo, da sabato, ancora sentito posizioni chiare da parte del governo su quanto avvenuto davanti al liceo Michelangiolo. In compenso è bastato poco tempo per far intervenire con toni minacciosi e di censura il ministro Valditara nei confronti della dirigente scolastica del liceo Leonardo Da Vinci. Un fatto gravissimo". "Gravissime, offensive, inaudite le parole di Valditara, indegno di rivestire il ruolo di ministro della scuola". "Il ministro si scusi o si dimetta". Stessa tesi sostenuta dal candidato alle primarie Stefano Bonaccini: "Se continua su questa strada chiedere le dimissioni del ministro credo sia opportuno". Mentre l’avversaria Elly Schlein che ieri ha concluso la sua campagna elettorale a Firenze ha intentato con i suoi oltre mille sostenitori un coro di ‘Bella Ciao’ contro il ministro Valditara. "Per il ministro Valditara è ‘impropria’ la lettera della dirigente? – chiede la capogruppo della Lista Nardella in Palazzo Vecchio – Per noi di improprio ci sono i suoi toni intimidatori". E il parlamentare fiorentino del Pd, Federico Gianassi aggiunge: "Valditara non interviene per condannare gli aggressori, ma per attaccare la Preside del Leonardo Da Vinci che ha chiesto di non abbassare la guardia contro le violenze. Tutto questo è gravissimo e inaccettabile. No alle intimidazioni". "Le destre – affondano il coltello Bundu e Palagi da Sinistra progetto Comune – ci sembrano mostrare ogni giorni di più una voglia di vendetta, verso la scuola pubblica e chi ogni giorno, nonostante i livelli di precariato e le basse retribuzioni, ogni giorno si occupa di garantire i servizi pubblici, avendo a cuore la Costituzione e la Repubblica. Le dichiarazioni allusorie, da parte di chi ha funzioni di Governo, equivalgono a delle minacce".
Piena difesa del ministro dal fronte delle opposizioni di centrodestra. "La Preside – sottolinea Bussolin (Lega) si è spinta oltre il ruolo che le compete. E’ evidente il suo intento di fare politica strumentalmente. Se ha questi interessi si dimetta e si candidi in politica, ma alle prossime elezioni. Fino a quel momento eviti di scrivere e divulgare della propaganda di parte".
"La lettera della preside del da Vinci – condannano i Fratelli d’Italia con il consigliere Jacopo Cellai – è semplicemente un atto di propaganda, che volutamente ignora il presente riferendosi solo al passato e, cosa grave per chi detiene un ruolo scolastico dirigenziale, decide di fare a meno di aspettare che venga fatta luce sulle responsabilità di quanto accaduto sabato scorso davanti al Michelangiolo".
Il consigliere del gruppo Centro e vice presidente vicario del Consiglio comunale Emanuele Cocollini riporta una sua testimonianza: "Ricordo molto bene quanto fosse difficile, anche allora, fare politica all’interno dell’istituto scolastico, se non eri allineato con la maggioranza di sinistra. Direi che oggi nulla è cambiato. Nulla, se non il governo in carica".