
È nato nel novembre del ’66 e festeggia gli anni, ogni anno, ricordando l’alluvione che in qualche modo, inconsapevolmente, ha segnato il suo destino. Massimo Caverni abita vicino al fiume a Fibbiana e nel tempo libero si dedica alle sue passioni, principalmente due: la bici e la salvaguardia dell’ambiente. L’Arno, così vicino e bisognoso di aiuto, lo chiama e lui risponde. È un legame particolare quello che ha spinto il 56enne ad organizzarsi per dare vita a raccolte rifiuti speciali. Ultima in ordine di tempo quella soprannominata con ironia "la famosa pesca dei pesci palla". Dalle sponde, armato di attrezzatura recuperata e riciclata, Caverni ha ripescato palle, palloni, bottiglie: di tutto, di più. Un’operazione straordinaria esaltata anche dall’assessore all’ambiente Lorenzo Nesi: "Il pesce palla dell’Arno, al contrario degli altri migratori, non risale la corrente per riprodursi, ma vive nei campi sportivi lungo il fiume dal Casentino a Camaioni, e la discende fino al mare. A Montelupo abbiamo un volontario che, con ingegno, ha inventato un proprio modo per rimuovere i rifiuti galleggianti trasportati dal fiume,li tira fuori dall’acqua e li avvia a riciclo o a smaltimento. Grazie Massimo per l’impegno civico e per la responsabilità messa in questa azione climatica".
Caverni fa littering anche vicino a casa, ma non solo. Partecipa alle uscite degli Acchiapparifiuti della Proloco e di Plastic Free. "L’amore per l’ambiente fa da sempre parte di me - racconta Caverni - E il fiume è un elemento di cui mi piace prendermi cura. Ho iniziato sporadicamente e poi mi sono ritrovato coinvolto senza nemmeno accorgermene. La pesca dei pesci palla? Ci vuole una piena per far arrivare tutta quell’immondizia, capita tre, quattro volte l’anno". Dalla sponda fibbianese con un retino attaccato ad una canna da pesca, Caverni tira su quel che l’alveo riporta a galla. Sacchetti di ogni tipo, nylon, polistirolo "il grande nemico dell’ambiente, si insinua ovunque". I ritrovamenti più strani risalgono all’anno scorso: un mazzo di una quindicina di siringhe fasciate e legate (fortunatamente con cappuccio)e un sex-toy, per non parlare delle mascherine. "Ho una collezione di foto divertenti, nella loro drammaticità. Mascherine aggrappate a rami, disperse nel letto del fiume, tra alberi e cespugli, in posizioni buffe, con l’elastico impigliato nelle situazioni più incredibili". Il lavoro prosegue con l’uscita di domenica 9 quando Caverni con la task force degli Acchiapparifiuti, tornerà sulla Statale 67 per ultimarne la pulizia. "Una battaglia persa, quella. Ma non molliamo".
Ylenia Cecchetti