Ci siamo: il picco dell’influenza stagionale è quasi raggiunto. È previsto per la prossima settimana, ma il weekend non sarà semplice. Dallo scorso fine settimana a oggi, conferma la vicepresidente dell’Ordine dei medici di Firenze Elisabetta Alti, "abbiamo tantissimi casi in più, molti confermati anche dai tamponi: la curva di popolazione a letto con l’influenza si è fortemente alzata. Soprattutto sono colpiti bambini e persone anziane, ma anche tanti giovani adulti".
Anche i pronto soccorso stanno subendo il contraccolpo del picco influenzale: "Abbiamo un 10% di accessi in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Stessa percentuale di incremento anche sul fronte ricoveri" conferma Simone Magazzini, direttore del dipartimento di emergenza e area critica della Asl, anche se la situazione – garantisce – è sotto controllo. A Careggi non risultano esserci particolari aggravi sul fronte pronto soccorso, anche se si aspetta un picco per lunedì: solitamente il fine settimana porta più casi soprattutto tra gli anziani e i fragili con patologie tali da richiedere l’accesso all’ospedale di alta specializzazione. I medici stanno lavorando a pieno ritmo:
"Questa influenza è particolarmente lunga con febbre alta per 5-6 giorni e anche di più. – dice la dottoressa Alti – Prende anche con mal di gola, tosse persistente e prolungata, cefalea, dolori muscolari. Specie nei bambini e nelle persone molto anziane, può abbinarsi anche a vomito e diarrea". L’antibiotico, se si tratta di influenza, non serve a niente.
"Piuttosto va preso un antipiretico quando la temperatura supera i 38 gradi, eventualmente un antinfiammatorio in caso di dolori muscolari molto forti che impediscono anche di dormire". Ma il fai da te è sempre sconsigliato.
Come curarsi? Ecco le indicazioni: "Prendendosi il tempo giusto per guarire. Quando la febbre va via, da lì inizia la convalescenza: meglio riguardarsi, non uscire la sera, non tornare subito in palestra per evitare ricadute, se bisogna andare a lavorare per forza, meglio poi rientrare subito a casa. Anche perché le difese immunitarie restano basse e il rischio di altre infezioni è elevato".
Spesso i pazienti non vedendo passare i sintomi o abbassarsi la febbre, richiamano il medico curante che è oberato di richieste. Gli ambulatori sono presi di assalto, anche se in molti sono protetti dal vaccino antinfluenzale che se non annulla il rischio di prendere il virus, ne attutisce molto i sintomi e la durata: molti toscani quest’anno hanno aderito alla campagna vaccinale iniziata i primi di ottobre.
E hanno fatto bene, conferma la vicepresidente dell’Ordine dei Medici: "È il mezzo più efficace per ridurre il rischio di complicazioni gravi, incluse le polmoniti, soprattutto per le categorie a rischio come anziani, persone con patologie croniche come il diabete e donne in gravidanza" sottolinea Ati.
Ci sono anche forme di polmoniti molto diffuse non legate all’influenza oltre alle stagionali infezioni respiratoria: la coincidenza di queste varie forme virali e batteriche complica la situazione nella popolazione e nel lavoro dei medici. C’è preoccupazione nei medici? No, garantisce la dottoressa Alti: "Siamo abituati a questi momenti difficili". Raccomandata attenzione, soprattutto tra la popolazione fragile.