FIRENZENessun indennizzo per i familiari di Giandomenico Iannucci, 64 anni, il primo medico morto di Covid in Toscana, il 2 aprile 2020: contrasse il virus visitando i pazienti. Il tribunale di Firenze ha rigettato la richiesta della moglie e della figlia dopo un’azione legale nei confronti dell’assicurazione per ottenere un risarcimento di 125mila euro. Secondo i giudici, la morte di Iannucci, che abitava a Montorsoli ma lavorava come medico di famiglia a Scarperia e San Piero nel Mugello, non può essere considerata un infortunio sul lavoro.
La famiglia del medico aveva portato in giudizio l’assicurazione delegataria della polizza Enpam, ente previdenziale privato della categoria, con cui il medico aveva stipulato la polizza. Ma i giudici hanno respinto la richiesta perchè l’infortunio sul lavoro deve avere tra i requisiti quello della "violenza esterna", un "evento traumatico che determina una lesione immediata e obiettivamente constatabile — così la sentenza — . La contrazione del virus avviene in maniera non percepibile nell’immediato e si manifesta clinicamente solo dopo un periodo di incubazione, escludendo così la possibilità di qualificare l’evento quale infortunio coperto dalla polizza".
Il Governo in pandemia aveva introdotto norme di carattere eccezionali per tutelare e risarcire i medici nel pubblico dal Covid. Ma i dottori di famiglia, essendo liberi professionisti, hanno assicurazioni private. E di conseguenza, spiega il tribunale, vanno seguite esclusivamente le condizioni presenti nei loro contratti. "Mi sarei aspettato una pronuncia che potesse, in qualche modo, colmare quel vuoto normativo" spiega l’avvocato Francesco Cecconi, che ha assistito la famiglia. Non escluso il ricorso.