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L’ex sovrintendente del teatro fiorentino, Alexander Pereira, accusato di peculato e malversazione
di Pietro Mecarozzi
’Spese allegre’ a carico della fondazione del Maggio Musicale. La pm titolare dell’inchiesta, Christine von Borries, ha richiesto quattro anni e quattro mesi di condanna per l’ex sovrintendente del teatro fiorentino, Alexander Pereira, accusato di peculato e malversazione. Una pena severa, ridotta da sei anni e cinque mesi grazie al rito abbreviato scelto dal manager austriaco, assistito dagli avvocati Sigfrido Fenyes e Marianna Poletto.
Nella sua requisitoria, la pm chiede anche la confisca del "profitto dei delitti" per un totale di circa 126mila euro. Confisca che è stata eseguita parzialmente, ponendo sotto sequestro oltre 37mila euro presenti sui conti austriaci intestati a Pereira. La sentenza del gip Angela Fantechi forse arriverà il 27 marzo.
L’ex numero uno del Maggio era approdato a Firenze nel 2019, ingaggiato con uno stipendio annuo di 240 mila euro. Poi nel 2023 aveva rassegnato le dimissioni dopo aver ricevuto l’avviso di garanzia dalla procura fiorentina. A Pereira viene contestato il peculato per le spese sostenute a carico alla fondazione del Maggio, ovvero l’aver fatto shopping e viaggi con la carta di credito dell’ente che ha diretto fino a quando lo “scandalo” non è diventato insostenibile, cioè nel marzo del 2023.
C’è poi un altro capitolo d’accusa, ed è quello riguardante la malversazione di erogazioni pubbliche, e cioè di aver usato i fondi affidati al Maggio dal governo per pagare le cosiddette spese correnti. L’accusa sostiene che con questi fondi Pereira avrebbe pagato stipendi e imposte anziché destinarli correttamente al rafforzamento del patrimonio della fondazione.
L’inchiesta, partita lo scorso 2022, fu innescata da un’interrogazione a Palazzo Vecchio dove Fratelli d’Italia chiedeva spiegazioni su 60 mila euro spesi con la carta di credito della Fondazione Maggio Musicale per viaggi aerei e cene al ristorante.
Secondo le indagini condotte dalla Finanza, Pereira avrebbe utilizzato quella carta di credito per pagarsi le spese del trasloco, alcuni pernottamenti, i viaggi a Francoforte, Baden Baden, Zurigo, Gstaad, Palma di Maiorca, e avrebbe usato i soldi dell’ente anche per il pagamento dell’affitto della sua abitazione a San casciano, per un totale di circa 200mila.
Per quanto riguarda l’ipotesi di malversazione, nel corso della sua gestione Pereira avrebbe adoperato 9 milioni del fondo di dotazione governativo per pagare stipendi, ritenute fiscali e previdenziali, fornitori.
"Non condividiamo la lettura delle carte processuali che il pubblico ministero ha prospettato al giudice – spiegano gli avvocati Fenyes e Poletto –. Con la nostra discussione prevista per la prossima udienza ne offriremo una diametralmente opposta, che speriamo possa rivelarsi utile a chiarire ogni aspetto di questa vicenda".