Firenze rinascerà, ma deve prima superare la paura. A dirlo è Christian Bluth, economista, accademico della scuola di governance europea e transnazionale che ha sede nell’Istituto universitario europeo di Firenze.
Partito dalla nostra città per un viaggio di affari a Bruxelles e Parigi, è rimasto bloccato all’estero quando il governo italiano ha deciso la chiusura totale del nostro Paese. E’ tornato in Germania, dove è nato, ed è stato a Heidelberg fino a quando, giovedì, ha fatto ritorno a Firenze. E’ rimasto sconvolto da come ha trovato la nostra città e ha affidato ad un tweet il suo sfogo.
Cosa è successo?
"Guardando, prima di partire, ai numeri di casi di coronavirus per abitante, ho visto che la Toscana è allo 0,0027 e il Baden-Württemberg allo 0,0031. Mi aspettavo una situazione simile nelle due aree. Invece sono tornato e il primo impatto è stato abbastanza scioccante. Venerdì pomeriggio ho fatto una passeggiata dalle Cure fino al centro. Sono rimasto colpito da quante poche persone ci fossero fuori, dal fatto che tutti indossassero una mascherina per strada, anche camminando da soli. Tanti negozi sono ancora chiusi e sono rigidi i controlli per quelli aperti. Occorrono i guanti per entrare, in Germania no".
Neanche le mascherine sono obbligatorie in Germania?
"Per strada no. Mi sembra che ci sia qui molta più paura del virus che in Germania. La crisi ha avuto evidentemente un impatto psicologico molto più forte".
Andrà tutto bene?
"Questa città ha visto molte e molto più gravi pandemie e ha sempre resistito. Ma perché Firenze rinasca, è importante che le persone superino la paura. Guardando ai dati dei contagi, credo che a Firenze e in Toscana si possa stare tranquilli".
Il Covid ha spaccato l’Europa?
"Sì e no. Inizialmente l’emergenza sanitaria ha davvero diviso l’Ue. È stato doloroso vedere quanto lentamente il resto d’Europa si rendesse conto della situazione drammatica in Italia e fornisse un vero sostegno. Ma sono molto contento del modo in cui la politica europea abbia finalmente cambiato marcia".
A Firenze, come nel resto d’Italia, c’è chi è critico, soprattutto verso la Germania...
"Ho sentito anche io alcune conversazioni in città piuttosto critiche. Capisco la frustrazione per la lenta reazione iniziale, ma va sottolineato che le misure che la Germania e la Francia propongono attualmente sono straordinarie: l’Italia ne trarrebbe grandi benefici, attraverso sovvenzioni e prestiti a lungo termine".
Città come Firenze e Venezia vivono soprattutto di turismo. Come uscire da questa crisi? "L’epidemia avrà un impatto particolare sul turismo. Firenze e altre città attraverseranno un periodo difficile fino a quando permarranno le restrizioni di viaggio. Ma sono sicuro che i turisti torneranno. La forte reazione al mio tweet mostra anche che molte persone in tutta Europa si interessano sinceramente di Firenze e dell’Italia, dove saranno felici di tornare al più presto".
Monica Pieraccini