Il prossimo primo novembre il direttore del pronto soccorso di Careggi Stefano Grifoni va in pensione. Fisicamente è ancora molto giovanile e attivissimo, è anche il coordinatore del governo clinico della Toscana, ma va in pensione perché così prevedono le leggi nonostante che in Italia mancano migliaia di medici a tutti i livelli. Soprattutto quella della medicina d’urgenza dei pronto soccorsi. Il professor Grifoni ha diretto per molti anni il pronto soccorso di Careggi considerato tra i migliori d’Italia. Appartiene a quella categoria di medici che con il passare degli anni ha acquisito una popolarità e una stima non comune. Ho conosciuto altri medici, primari a Careggi, come Morettini, Nozzoli , Cioni e Berni (maestro di Grifoni) che godevano di una straordinaria stima e le persone andavano continuamente da loro anche fuori dagli orari di ricevimento e venivano consigliati e curati senza esigere un soldo. Della stessa pasta è fatto Stefano Grifoni che ha dedicato al Pronto soccorso un minino di 12 ore al giorno sacrificando anche festività e ferie.
Con il suo pensionamento la medicina della nostra città, e non solo, perde un clinico che ha un’esperienza di quarant’anni di professione. La domanda è questa: ma con la carenza che c’è in Italia, questi medici possono essere mandati in pensione a cuor leggero? Si dirà che ci sono altri - più giovani- che devono crescere e raggiungere i loro livelli di responsabilità. Ma in un momento così, il Servizio sanitario nazionale per questi primari non poteva e non può trovare una collocazione adeguata? Tra l’altro se Grifoni o chi come lui decidesse di rimanere altri 3 anni nel servizio pubblico ospedaliero perderebbe il posto di direttore (primario) avrebbe una decurtazione del tfr e una diminuzione dello stipendio. L’esatto opposto di quello che bisognerebbe fare per trattenerli.
Il Buon Governo si realizza con un senso pratico, in economia si parla del “buon senso del governo della casa”, che ormai, anche in periodi di emergenza, è quasi completamente abbandonato. A Grifoni non mancheranno le occasioni per mettere a disposizione il suo sapere. Per ora diciamo a lui e ai medici come lui tanti tanti ringraziamenti e che non verranno mai dimenticati.