Rogari
Questa volta ci siamo.
Il nuovo masterplan presentato da Toscana aeroporti, conforme alle richieste ministeriali, dovrebbe porre in dirittura d’arrivo questa lunga e defatigante vicenda volta a dare a Firenze un aeroporto adeguato. Pare anche che l’originario vigneto previsto
sul tetto del terminal sia stato sostituito da piante ottagonali richiamanti il Battistero.
Una fiorentinità, dunque, visibile dall’alto, che è di sicuro un richiamo identitario ed evocativo forte. Che strana storia questa, fatta di corsi
e ricorsi, di polemiche
e di blocchi, di veti romani
e di litigiosità locali che appare il concentrato degli aspetti più negativi della fiorentinità: perdersi nelle polemiche
e nelle avversioni personali
o territoriali e non sapere puntare diretti allo scopo.
Altre volte in queste colonne abbiamo ricordato questa lunga storia, essenzialmente novecentesca, ma non solo dal momento che Leonardo già aveva pensato alle colline di Peretola per i suoi esperimenti e per i suoi lanci.
Ma certo è una storia che in età moderna parte prima della grande guerra, quando nel 1910 si fanno le prime prove di volo a Campo di Marte e prosegue negli anni trenta quando Mussolini vuole fare di Firenze il centro di studi e di sperimentazione avanzata dell’aeronautica militare.
Di questo progetto grandioso e segretissimo che prevedeva anche laboratori sotterranei protetti sono rimasti l’Istituto di Scienze Militari Aeronautiche e l’aeroporto di Peretola.
Questo, nel secondo dopoguerra, fu convertito
da militare a civile, ma quando si trattò di adeguarlo alle esigenze di decollo
e di atterraggio dei nuovi aeromobili siamo entrati nella paralisi, nonostante sforzi
e buoni uffici degli amministratori. È storia
di cinquant’anni, questa, che coincide con la storia della moderna aeronautica. Oggi dovremmo essere arrivati
a un punto di arrivo. Se sarà così, è una buona notizia per Firenze.