STEFANO BROGIONI
Cronaca

Il rave in Alto Mugello. Tam tam nelle chat segrete. Il business dei party illegali

Inquirenti al lavoro sui 500 partecipanti, rischiano denunce e fogli di via. Sopralluoghi prima di svelare la location: è caccia agli organizzatori.

Un rave: alla festa non autorizzata che si è svolta nel fine settimana a Palazzuolo hanno partecipato circa 500 persone

Un rave: alla festa non autorizzata che si è svolta nel fine settimana a Palazzuolo hanno partecipato circa 500 persone

FIRENZEScatteranno denunce per invasione di terreni e fogli di via per organizzatori e partecipanti al rave che lo scorso fine settimana ha radunato circa cinquecento persone sulle montagne dell’Alto Mugello, nel territorio di Palazzuolo sul Senio.

Dopo aver spento la musica e identificato chi c’era, non certo agevolmente vista la particolarità della situazione, carabinieri e polizia stanno ora lavorando sull’evento illegale che si è svolto a sorpresa nell’ex cava abbandonata di Badia di Susinana, location (privata) che molti hanno raggiunto inerpicandosi tra i boschi. Un partecipante ha accusato anche un malore.

Ma le indagini adesso si concentrano anche sulle modalità con cui è stato organizzato il rave.La digos sta cercando di scoprire quali siano i gruppi - attivi su canali riservati Whatsapp ma soprattutto Telegram - dove è partito il tam tam del maxi raduno proibito dalla legge.

Evidentemente chi ha organizzato il rave ha prima studiato nei dettagli la zona. La distanza dell’ex cava dall’abitato ha permesso anche di guadagnare alcune ore prima dell’arrivo delle forze dell’ordine.In genere, nei gruppi segreti prima viene comunicata la data del raduno. Poi, quando i primi camion con i generatori sono già sul posto, pronti ad azionare le casse dei potenti impianti audio, viene diffusa la “posizione“ della festa.

C’è ovviamente un business attorno a questi eventi. Benché non ci sia un biglietto d’ingresso da pagare, al rave vengono venduti alcolici, cibi, merchandising. E, anche se non sulle bancarelle, gira droga, soprattutto sintetica, che consente di ballare per ore senza fermarsi. Anche in condizioni climatiche piuttosto avverse come erano quelle di Badia di Susinana.

"Ho avuto notizia della sua organizzazione sabato mattina da una telefonata della Prefetto Ferrandino - ricostruisce il sindaco di Palazzuolo, Marco Bottino -. Una volta individuato con certezza il luogo i carabinieri hanno istituito un posto di blocco sulla strada che porta a Salecchio, impedendo l’accesso alle autovetture e identificando le auto che provenivano da luogo del rave. Questo non ha impedito a centinaia di persone vestite nei modi più inadatti di percorrere chilometri nei boschi allo scopo di raggiungere il luogo dell’evento, con il rischio di perdersi in una notte dove la temperatura ha toccato lo zero termico".

"Sono stato sabato pomeriggio e sera e domenica mattina insieme alle forze dell’ordine e ne ho potuto apprezzare la professionalità e il buon senso - prosegue il primo cittadino -. Che si sono resi necessari in alcune occasioni dove si era creata una tensione che avrebbe potuto degenerare. Fino a domenica sera quando in paese gli ultimi reduci del rave hanno circondato l’auto dei carabinieri rifiutando la perquisizione delle loro auto".

Bottino spiega anche il perché, dell’arrivo delle carovane dei ravers, i media hanno avuto notizia soltanto domenica mattina, a diverse ore dall’inizio della ’festa’.

"La scelta di non fare comunicazioni ufficiali è stata condivisa con le Forze dell’ordine allo scopo di evitare eccessiva pubblicità ad un evento illegittimo e illegale. Perché questo è stato il rave, un evento che ha invaso una proprietà privata e organizzato un raduno illegale. E non mi si venga a dire “son ragazzi” perché molti non lo erano e le condizioni di tante persone che ho visto scendere e salire facevano chiaramente vedere cosa “girava” nella cava".

"Da amministratore poi - conclude il sindaco - rifletto sui costi sociali di un evento come questo, con il coinvolgimento di decine fra Carabinieri e Polizia, i servizi di pronto soccorso allertati dai partecipanti, compreso il malore di uno di loro che ha richiesto la presenza dell’elisoccorso, resasi poi inutile in quanto la persona che era andata fuori conoscenza per l’uso di sostanze una volta rianimata dai medici del 118 si è resa irreperibile per non essere identificata".

ste.bro.