Fresco di nomina in Italia, per il console generale britannico Kassim Ramji è stata la prima volta a Pitti Uomo, dove gli espositori del Regno Unito sono intervenuti numerosi alla 107° edizione delle kermesse internazionale dedicata alla moda maschile. La fiera si concluderà oggi e fra gli imprenditori è forte la consapevolezza delle enormi difficoltà del sistema moda mondiale. Ma allo stesso tempo c’è anche un pizzico di ottimismo, convinti che il futuro del settore possa trovarsi anche fra le tendenze e i compratori presenti fra gli stand della Fortezza da Basso.
Console Kassim Ramji, che atmosfera si respira qui allo stand dell’associazione UK Fashion and Textile di Pitti Uomo?
"La situazione non è facile, il contesto globale ha molte difficoltà, ma Pitti Uomo è una fiera che porta ottimismo. Sono in Italia da pochi mesi, e questa è la mia prima visita a Firenze da rappresentante del mio Governo. Ci sono quasi cinquanta aziende britanniche qui a Pitti Uomo e questo testimonia il prestigio e l’importanza economica della fiera. Da quello che ho potuto vedere e ascoltare, ma soprattutto parlando con i nostri espositori, posso dire che, nonostante la preoccupazione si respira anche una ventata d’ottimismo e ho trovato la convinzione che si possa fare un po’ di più, accettando le nuove sfide".
Purtroppo il consolato inglese a Firenze non c’è più da tempo. Una presenza istituzionale che raccontava il legame storico di amicizia e collaborazione col Regno Unito. Tornerete?
"Non so dirlo, per adesso credo di no. Il nostro consolato a Firenze ha chiuso nel 2012, così come è accaduto per altre nostre sedi consolari in Italia. Ma questo non significa che siano diminuiti il nostro impegno e la nostra attenzione al vostro territorio, storicamente così legato alla Gran Bretagna da rapporti di grande vicinanza, stima e collaborazione, anche sul piano dei rapporti economici. Attraverso la nostra sede a Milkano, l’impegno del governo britannico è proprio quello di incrementare le occasioni di sviluppo e crescita per entrambi i nostri Paesi".
Come pensa che si possano consolidare e ampliare questi rapporti?
"Il mio incarico comprende anche il ruolo di direttore del Department for Business and Trade, l’entità ministeriale britannica con sede al consolato generale di Milano e l’ambasciata britannica di Roma. E quindi col mio dipartimento mi occupo proprio di incentivare la crescita economica e lo sviluppo delle relazioni commerciali tra i nostri due Paesi attraverso l’export di prodotti e servizi britannici in Italia, il supporto a investimenti italiani verso il Regno Unito e la negoziazione di nuove politiche commerciali".
Ha già incontrato le istituzioni locali?
"Spero di poter conoscere e organizzare un incontro quanto prima con loro. Sono molti i settori dell’economia fiorentina e toscana su cui avviare importanti progetti di collaborazioni utili per le imprese, a supporto dei buyer italiani e delle aziende britanniche. Non a caso il nostro primo ministro è venuto di recente in Italia per incontrare imprenditori e facilitare investimenti fra i nostri Paesi".
Che cosa ha visitato della Toscana dal suo arrivo in Italia?
"L’estate scorsa sono stato per un mese intero a Siena, anche per migliorare il mio italiano e l’ho trovata una città fantastica, ricca di cultura e tradizioni, come del resto è l’intera Toscana a cominciare da Firenze".