Il restyling dello stadio Franchi. L’apertura viola cambia la partita. Task force con Abodi per il futuro

Tavolo a tre tra Fiorentina, Palazzo Vecchio e Ministro dello Sport per studiare come completare l’intervento dopo il definanziamento dei 55 milioni. E si parlerà anche della soluzione durante i cantieri.

Il restyling dello stadio Franchi. L’apertura viola cambia la partita. Task force con Abodi per il futuro

Il restyling dello stadio Franchi. L’apertura viola cambia la partita. Task force con Abodi per il futuro

di Stefano Brogioni

FIRENZE

La Fiorentina tende una mano a Palazzo Vecchio. Nardella ringrazia e la città, non solo viola, guarda nella veste di spettatore non disinteressato al destino dello stadio Franchi. Che sia una questione di fede, o di appartenenza al Campo di Marte, è appunto una questione. Che, dopo l’apertura del dg viola Joe Barone alla vigilia del match con il Milan, vale l’apertura di una “task force“. A tre: Comune, Fiorentina, Ministro dello Sport Abodi. L’obiettivo è portare a termine i lavori in fretta ma anche trovare una soluzione per le partite dei viola durante il restyling. Perché i tempi, in entrambi i casi, stringono. Il nuovo tavolo potrebbe riunirsi a brevissimo.

Ma come si è arrivati a questo punto? Ricapitoliamo.

La settimana appena conclusa è stata decisiva per il restyling dell’impianto, opera d’arte d’inizio Novecento firmata Pier Luigi Nervi e in quanto tale vincolata alla tutela di alcune sue componenti: la scale elicoidali, la torre di Maratona, la pensilina. Per tutto il resto c’è Arup, ossia lo studio d’architettura che nel 2022 si è aggiudicato il concorso per la rigenerazione dello stadio.

Ma servono anche i soldi e qui si torna all’attualità. Sono necessari circa duecento milioni per coprire e ammodernare un impianto sportivo che ha quasi cento anni, e in certi punti li dimostra pure. Al sindaco Nardella va dato atto di essere riuscito a portarne a casa circa 150, tutti pubblici, pescati tra ministeri e il Pnrr. Ha però perso (almeno per ora) la scommessa su quei 55 milioni, parte di un pacchetto di 150 di fondi “Puri“ (Piani urbani integrati) assegnati alla Città Metropolitana. Non tutti hanno capito che avendo ricevuto il no sulla destinazione Franchi, questi 55 milioni a Firenze e provincia non arriveranno più, ma questo è un altro discorso che comunque preme molto a Matteo Renzi, come ha ribadito in varie occasioni.

Dopo la sentenza del Tar, quei 55 milioni “di Stato“ sono sempre più lontani, al netto di ribaltoni al Consiglio di Stato. Ma restano soldi necessari per concludere l’opera.

Però ora nella partita c’è anche Rocco Commisso, che, viste ormai tramontate le previsioni di uno stadio di proprietà, ma con un centro sportivo che fa invidia al mondo, sta valutando se e come partecipare al progetto, visto che comunque, anche se in concessione, si parla dello stadio della Fiorentina.

La società viola è preoccupata anche per la prossima stagione. Entro marzo corre l’obbligo di indicare l’impianto di gioco del 20242025. Il Padovani, in questo momento, è poco più di un’ipotesi. Il Castellani di Empoli trova la resistenza della sindaca Barnini, poco propensa a ospitare ogni fine settimana (visto che azzurri e viola si alternerebbero) l’invasione di varie tifoserie. E’ possibile restare al Franchi con i cantieri aperti? Questa è una delle questioni che dovrà affrontare la task force. Con un modulo nuovo e con un’amalgama inedita.