REDAZIONE FIRENZE

Il ricordo dell’abate: "Quando mi telefonò per gli esercizi spirituali pensai a uno scherzo"

Il pontefice contattò padre Bernardo nel 2019: "Vorrei che tu venissi a Roma. Mio padre era appena morto, lui mi consolò e mi fu accanto nel dolore".

Tutto ebbe inizio con una telefonata: "Pronto, sono Papa Francesco". All’altro capo della cornetta c’era l’abate di San Miniato al Monte, dom Bernardo Gianni, che inizalmente pensò a uno scherzo. Correva il 2019, e il cellulare del monaco iniziò a trillare in un freddo pomeriggio di gennaio. Dopo qualche attimo di smarrimento da parte di dom Bernardo, e i convenevoli di rito, il Santo Padre venne subito al sodo esprimendo il suo desiderio di avere una voce ’fuori dal coro’ come guida per il ritiro spirituale della Curia Romana. Quella ’chiamata’ ha fatto sì che l’abate diventasse un punto di riferimento dottrinale e culturale anche al di fuori della città di Firenze.

Padre Bernardo, che ricordo conserva di Papa Francesco? "Era una persona estremamente capace di avvicinare al suo cuore tutti coloro che lo ascoltavano. Aveva un’intensità e un amore speciali che ho potuto sperimentare quando venni chiamato per guidare gli esercizi spirituali ad Ariccia, nel 2019. In quel periodo era da poco morto il mio babbo e il Santo Padre, nei pochi minuti che passammo al telefono, volle sapere come stesse la mia famiglia per poi dirmi che ci era accanto nel dolore. Si è subito creato un rapporto di grande autenticità e prossimità, ben oltre i rispettivi ruoli. Ho avvertito un interesse reale alla sofferenza e alla conoscenza dell’altro. Questa premura nei miei confronti e nei confronti dei miei parenti mi ha fatto sentire umanamente e intimamente consolato".

Lei ha avuto l’onore e l’onere di guidare gli esercizi spirituali della Curia Romana. Cosa le ha lasciato la vicinanza col Papa? "Ricordo la trepidazione per la responsabilità che mi era stata affidata, e nello stesso tempo la sua grande affabilità e cordialità nonostante la sacralità del momento. Francesco era un uomo immerso nel Signore, capace di accorciare ogni distanza con la gente, e di attingere al mistero dell’amore di Dio la sua energia spirituale e umana".

Francesco è stato un Papa molto legato anche all’umanesimo. "Per lui l’umanesimo non è mai stato una forma di nostalgia per un’età caratterizzata anche da una vera e propria civiltà della bellezza. Per lui umanesimo ha significato mettere al centro della Chiesa i bisogni dell’uomo contemporaneo, e quindi, tutto quello che si oppone a una cultura dello “scarto“, dell’indifferenza".

Cosa avete provato, lei e la sua comunità monastica, nell’apprendere della morte del Pontefice? "Anche se ieri (domenica, ndr) lo avevamo visto molto affaticato durante la sua apparizione in San Pietro, nutrivamo una sottile speranza che potesse ancora continuare a servire il Signore, aiutare la Chiesa e a ispirare l’umanità intera con parole e gesti di pace e di speranza. Questo vuoto ora genera dolore per la drammaticità di ciò che stiamo vivendo, con le guerre in Europa e Medio Oriente".

Secondo lei ci sono delle assonanze tra gli ultimi mesi di vita di Giovanni Paolo II e Francesco? Entrambi hanno portato a termine il loro ministero nella malattia e fino al giorno in cui sono tornati alla ’Casa del Padre’. "Direi che in entrambi i casi abbiamo visto il protagonismo della corporeità. I due pontefici hanno avuto il coraggio di rimettere al centro del nostro sguardo il limite della fragilità del corpo senza doverlo far diventare feticcio di benessere ed efficienza in senso assoluto. Ci hanno insegnato a far parlare l’amore".

Abate, in ultimo: il prossimo Papa secondo lei dovrà tenere conto dell’ eredità spirituale che ci ha lasciataco Francesco? "Il Papa non lascia un’eredità a chi viene dopo di lui ma dei tratti di strada compiuti. E nel caso di Francesco si tratta di tratti inediti, intraprendenti, coraggiosi. Certamente chi occuperà la Cattedra di Pietro dovrà aver presente l’insegnamento di Francesco, che ha aperto scenari di potenziale ed effettiva evangelizzazione".

Antonio Passanese