Lasciare la nave rigassificatrice e completare tutte quelle infrastrutture utili agli insediamenti industriali e allo sviluppo del porto, potrebbe essere un ulteriore acceleratore per il rilancio industriale di Piombino. Come imprese e come cittadini abbiamo bisogno del rigassificatore. Il costo dell’energia e’ un problema: e la nostra possibilita’ strategica, per il sistema paese di acquistare il gas, passa anche dalla Italis Lng". A lanciare la proposta – che segue l’appello di alcuni operatori portuali – è il presidente di Confindustria Toscana, oltre che presidente degli industriali dell’area Centro e Costa, Maurizio Bigazzi.
"L’economia del territorio - sottolinea Bigazzi - ha tratto vantaggi per la crescita della domanda di servizi legati alla presenza della nave; e si è avuto un impatto positivo anche sull’economia del porto, perché l’Autorità portuale ha avuto nuove disponibilità finanziarie che le hanno permesso investimenti importanti. E se anche la nave dovesse essere ricollocata, in porto rimarrebbero le infrastrutture realizzate per consentire il collegamento delle unità galleggianti alla rete nazionale". Entrata in esercizio il 4 luglio 2023, tra 18 mesi (ovvero luglio 2026) la nave rigassificatrice Gola Tundra dovra’ essere delocalizzata.
"Oggi – spiega ancora il presidente di Confindustria Toscana – che Metinvest-Danieli ha deciso di investire nella produzione di acciaio ambientalmente compatibile, Jsw nel revamping del treno rotaie, Piombino Industrie Marittime ad allargare la propria attività industriale con un progetto che è ormai in via di definizione, ulteriore sviluppo per la città potrebbe arrivare proprio dalla nave rigassificatrice. Proponiamo, quindi, non la delocalizzazione, ma la mitigazione dei limiti reali determinati dalla sua presenza e la realizzazione di quelle infrastrutture industriali e logistiche che le imprese chiedono con forza e che potrebbero offrire benefici e ricchezza".
Alcuni giorni fa diversi operatori marittimi erano scesi in campo per rimarcare che "se, in questi ultimi due anni, non ci fosse stato il rigassificatore di Snam, sarebbero potuti venire meno anche alcuni servizi essenziali per la sicurezza del porto".