Lucca, 4 gennaio 2025 – Torna a esibirsi nella sua città a quindici anni dall’ultimo dj set. Il deejay Marco Faraone, classe 1988, ha suonato con successo ovunque e si è guadagnato una scintillante fama internazionale con le sue produzioni e i suoi elettrizzanti set techno e house, ma stavolta l’occasione è speciale, visto che, dopo tanto tempo è atteso protagonista domani (apertura porte alle 22,30) al Drop Club di Coreglia Antelminelli, alle porte di Lucca. "È bello tornare a casa a fare un evento con la mia musica, in un momento in cui finalmente si inizia anche a parlare sempre di più della mia città come realtà reattiva per la musica e lo spettacolo - sottolinea Marco Faraone -. Quando ho iniziato a fare il dj a Lucca non c’erano tante opportunità creative e sono sono dovuto scappare per inseguire il mio sogno. Nonostante ancora oggi sia una realtà in crescita, vedo con piacere che nella mia città si stanno consolidando iniziative di successo, come per esempio il Lucca Summer Festival, che ogni anno ospita grandi star o il Lucca Comics & Games, che è diventato una ribalta di fama mondiale e ci sono note liete anche per il cinema con l’affermarsi del Lucca Film Festival".
La scena dei club va invece in controtendenza? "A Lucca una volta c’erano un sacco di locali, dove ho cominciato da ragazzino, quando avevo 14-15 anni, a mettere musica. Oggi viene data più importanza ai concerti e tante discoteche sono state purtroppo chiuse, come la Casina Rossa di Nozzano o lo storico Kuku, che è diventato un supermercato. Fa eccezione il Drop, che quando ho cominciato a fare il dj si chiamava Skylab, poi negli anni 2000, cambiò nome in Apecarica. Nonostante che, come dj, abbia viaggiato per il mondo e suonato in ogni paese, fare una serata in un club dove ho fatto i miei esordi mi emoziona e mi fa venire un po’ di nostalgia".
Come è nata la passione per la musica? "Dalla mia famiglia, mio padre metteva dischi in una radio, mio nonno faceva il cantante folk. Io all’inizio organizzavo feste hip hop, poi mi sono appassionato alla musica elettronica e ho iniziato a mettere piede nei club vicini alla mia città, come la Canniccia in Versilia, o in club di tendenza, come il Kama Kama di Viareggio. L’unica realtà che è rimasta solida negli anni è il Tenax di Firenze, che è stata la mia casa per dieci anni".
Ora invece è resident dj all’Amnesia di Ibiza? "Ho suonato tante volte in quasi tutti i locali dell’isola e già dopo la pandemia con l’Amnesia il rapporto si è consolidato. Da anni vivo a Sitges, nei pressi di Barcellona, che è una città vivace, con un aeroporto internazionale perfetto per uno sempre in viaggio, come me. Mi auguro che anche a Firenze facciano presto qualcosa per adeguare l’aeroporto ai tempi che viviamo".
Come è andato il Capodanno sotto le Piramidi? "Per uno che si chiama Faraone esibirsi di fronte alle piramidi di Giza è un sogno che si realizza. A 15 anni mi prendevano in giro per il mio cognome visto che, come logo da dj avevo adottato la scritta Faraone con sullo sfondo proprio le piramidi. Trovarmi a mettere musica per oltre 3000 persone su un palco di fronte a una delle sette meraviglie del mondo, con una sfinge a 50 metri e le piramidi che sui sono illuminate quando ho messo il primo disco è stata una immensa soddisfazione".