FIRENZE
Lunghi anni trascorsi tra denunce penali, occupazioni, sgomberi, nuove occupazioni. In ultimo incendi e roghi. Da quando, diciotto anni fa, Raffaella Becagli, la proprietaria fu assassinata a 31 anni a Bali, in Indonesia (cold case, delitto irrisolto), il gigantesco capannone che al 65 ospitava il negozio etnico ’Loka’ della ragazza nella sterminata area di via Fanfani – 24mila metri quadrati – è diventato prima luogo di dolore e della memoria. Poi di abbandono, disperazione, di degrado. Una baraccopoli che contende il poco gratificante e poco onorifico ’titolo’ di "occupazione più lunga e grave di Firenze", è il commento di qualcuno.
L’11 ottobre 2018 l’ex area industriale (in origine dell’ex mobilificio Becagli), periferia nord, era stata sgomberata dalla polizia e dalla municipale, c’erano anche i servizi sociali, e riconsegnata ai proprietari. Vi avevano trovato ’casa’ circa trenta-quaranta rom tra questi famiglie con bambini. L’area, sottoposta a sequestro preventivo dopo una precedente occupazione era stata stata rioccupata, violando i sigilli. Si è andati avanti fino al doppio rogo di pochi giorni giorni fa, 14 e 17 luglio.
Ma un anno e mezzo fa l’avvocato Francesco Ceccherini per conto di Lorenzo Becagli – legale rappresentante di ’Antilotex’, la società proprietaria dell’area – ha sporto una denuncia querela ben rappresentando e documentando i rischi (con annesse ipotesi di reato) di questo ’status quo’: un altro focolaio pericoloso in una città dove le occupazioni hanno raggiunto – per numero e situazione complessiva – un livello di guardia. E su via Fanfani c’è un fascicolo in procura.
Per inciso: Lorenzo Becagli, 57 anni, è uno dei figli di quel Mario Becagli, capostipite di ’Tessile Fiorentina’, già proprietario di un palazzo sul Lungarno Vespucci, soprattutto padre di Raffaella. Mario, scomparso alcuni anni fa, fu reso celebre dalla tipica inventiva della grande imprenditoria pratese dei decenni scorsi: ’coniò’ e lanciò lui il pile sui mercati. Antilotex ha come vicepresidente Massimiliano Becagli, Niccolò è consigliere.
"L’area – spiega l’avvocato – erastata recintata. Nessuna società di vigilanza ha però voluto prenderla in gestione. Dopo gli ultimi fuochi (e la ’guerriglia’ di martedì, con gli occupanti, contenuti dalla polizia, ndc) ho preparato un’integrazione alla denuncia querela per incnedi dolosi, o colposi. Aspetto il ritorno di Lorenzo Becagli dall’estero, venerdì, per la firma sull’atto che depositerò in procura. Tenga presente che in passato abbiamo inviato pec ad Arpat, Vigili del Fuoco, Comune. Abbiamo rappresentato la situazione più volte, a tutti".
Soluzioni? "L’unica possibilità – spiega l’avvocato Ceccherini – è una riqualificazione dell’intera area. Una soluzione intelligente. Non sono un tecnico, ma per definire cosa fare di quell’area credo serva un percorso condiviso dal Comune in primis". L’area è accatastata come industriale commerciale. Per riavviare un’attiva, anche sensibilmente più grande del negozio-magazzino etnico che fu di Raffaella, non dovrebbero intervenire variazioni urbanistiche. C’è chi immagina un grande store di articoli per abitazioni e lavori edili. Ma occorrerebbe ridisegnare spazi, ingressi, accessi ai mezzi pesanti. Soprattutto una viabilità funzionale, ampia, ariosa.
Possibile un abboccamento proprietàamministrazione per trovare una soluzione. Possibilmente ’la’ soluzione.
giovanni spano