"Errori macroscopici" a sinistra. Il ’grande vecchio’ della trafila Pc-Pds-Ds-Pd fiorentina (con il rosso via via a sbiadire) Graziano Cioni affida a un post su Facebook – bizzarro destino, lo fa lui che era l’uomo della strada – la sua riflessione sulle elezioni comunali di giugno. O meglio sulla gestione da parte del Pd delle candidature. E lo fa a modo suo.
Con quel linguaggio politico che fu, refrattario agli imbellettamenti retorici, e incline ad andar dritto al sodo. "Ma stiamo scherzando? È una situazione incredibile: hanno sbagliato tutto" ci dice al telefono senza voler aggiungere altro ai contenuti del post. In soldoni: per Cioni la sinistra, e il Pd in particolare che non ha scelto la via delle primarie per scegliere il candidato sindaco, si sta facendo del male da sola rischiando perfino di consegnare Palazzo Vecchio alle destre.
Uno scenario che ai ’suoi’ tempi, quando Firenze era il serbatoio rosso d’Italia, era assolutamente impensabile con le elezioni locali che erano una formalità burocratica o poco più. Giusto un test sulle preferenze.
Un monito duro nei toni ma in fondo in fondo bonario, come può esserlo la brontolata di un padre che in vita sua ne ha viste di cotte e di crude – classe 1946, empolese, anzi pontormese doc, Cioni è stato assessore provinciale prima e comunale poi, quindi deputato, senatore e infine sindaco ombra con Leonardo Domenici, di cui era l’uomo forte all’assessorato alla sicurezza – e che ora vede un grosso pericolo all’orizzonte.
Eccoli alcuni passaggi del post dello Sceriffo. "Alle elezioni amministrative di giugno sono in corsa per essere elette a sindaco di Firenze tre donne che almeno a ’parole’ appartengono alla stessa area di centro-sinistra o per meglio dire non sono dell’area di centro-destra... Sara Funaro proposta dal Pd, Stefania proposta da Italia Viva, Cecilia Del Re si presenta con una lista civica. Non si sono volute fare le primarie di coalizione che avrebbero dato la possibilità di concentrarsi su un’unica candidata. E qui, sul rifiuto di farle, c’è la lancetta che torna indietro nel tempo: viene annullato ciò che le primarie avevano acclarato, primarie come vittoria della partecipazione. In sostanza più democrazia". "Ma – riflette lo Sceriffo che spara la bordata più dura – la casta teme la partecipazione popolare".
Cioni ne ha anche per Italia Viva con una stoccata alla scelta di Renzi di mandare in pista la fedelissima Saccardi: "L’altro fenomeno che sorprende e amareggia assai – digita l’ex assessore – è la candidatura “finta” di chi sa che non vincerà la corsa ma corre per indebolire la concorrente sottraendole una parte di voti che la manderanno al ballottaggio.....sicuramente con il candidato della destra".
Quindi l’analisi delle possibili conseguenze. "Poi ci domandiamo perchè la metà degli elettori aventi diritto non vanno a votare...". Ma Cioni spera ancora in un’intesa dell’ultim’ora in grado di ricompattare il fronte: "Le donne di cui si parla, che io conosco come intelligenti e preparate, se trovassero la “volontà” di incontrarsi troverebbero sicuramente anche l’accordo perché la coalizione di centro-sinistra corra con una candidata unica".
L’auspicio finale lascia spazio all’ultima raccomandazione dell’uomo che tra gli anni ’90 e il primo decennio del nuovo secolo ha contato più di tutti in città (ricordate le cene oceaniche ’del Cioni’ alle quali, a star bassi, si apparecchiava puntualmente per tremila fiorentini?): le proposte per la Firenze di domani.
"Mi preoccupa il silenzio assordante sul programma di governo della città. I fiorentini si aspettano con quali azioni, proposte e fatti si risponderà ai problemi che pongono la sicurezza, la sanità e il degrado dilagante".