Quello che succede nel mondo interessa veramente ai nostri contemporanei? Quando era sindaco di Firenze Giorgio La Pira, interveniva sulle grandi questioni mondiali in tempo reale. Usava la parola, tramite telegramma, per manifestare consenso o disapprovazione a nome di Firenze, per quello che succedeva. Ora sono curioso di vedere quale sarà la reazione, oltreché degli Stati e dell’Onu, di Firenze (dove vivono centinaia di studenti americani), alle minacce di guerra che, a freddo, il presidente eletto degli Usa Trump, ha rivolto alla Groenlandia e a Panama.
Isolare un potente della terra che minaccia alcuni Stati di invaderli militarmente, e la conseguente reazione ammonitrice dei popoli liberi, ha sempre visto Firenze in prima linea. In modo particolare nella seconda metà del Novecento. Sono curioso di vedere se la sindaca Funaro protesterà a nome di Firenze città del mondo (non sono per il turismo) con l’ambasciata americana a Roma e con il consolato a stelle e strisce della nostra città.
Ci sarà qualche intelligentone che dirà che queste sono cose inutili. Classica considerazione dei provincialissimi politici fiorentini senza storia dei tempi nostri. La Pira usava le parole anche per isolare chi faceva politiche sbagliate in tante parti del mondo. Indiceva convegni per il Medio oriente e contro le politiche coloniali dell’Europa nel Nord Africa, in questo aiutato da Enrico Mattei, presidente dell’Eni.
Ora con i vaneggiamenti senili e guerrafondai di Trump, Firenze farà sentire la sua voce come un tempo? Così come dovrebbero farlo il governo italiano e l’Europa. Le parole spesso dissuadono di più delle minacce militari, coloro che vogliono compiere cattive azioni. Questo è quello che vuole fare Trump. Speriamo che da Palazzo Vecchio parta un primo significativo a questa follia, dopo l’invasione russa dell’Ucraina contro la quale il sindaco Dario Nardella organizzò una manifestazione in piazza Santa Croce.